"Un viaggio di mille miglia comincia sempre con il primo passo."
(Lao Tzu)
Zainetto in spalle, dentro solo poche cose essenziali – la scout che è in me su certe abitudini tende a riemergere – , mi chiudo la porta della camera dietro. Scendo le scale inebriata dai profumi delle colazioni, mi avvio all’entrata a vetri che dà su Suadiye Ayşeçavuş ed esco in strada.
La camminata mattutina da diversi mesi è diventata oramai una costante nella mia quotidianità e non ci rinuncio nemmeno qui, lontanto da casa.
Camminare mi libera la mente, ossigena il cervello che si mette in moto… e mi ritrovo a sognare ad occhi aperti.
E camminando riemergono anche i ricordi, torno a quando passeggiavo nel sottobosco con Don Dante alla ricerca della legna per il fuoco serale e insieme parlavamo di sogni. Mi lamentavo del fatto che alcuni mi sembravano irraggiungibili e lui, con la sua calma e la sua pace interiore, quella che ha solo chi ne ha passate tante e ha imparato a convivere con gli eventi e la realtà che lo circonda, mi diceva : “Cara mia, ricorda che anche la montagna più alta si affontra facendo il primo passo, un passo alla volta fino ad arrivare in cima…. certi primi passi possono cambiarti la vita!”
Negli ultimi anni ne ho fatti molti di primi passi, come quello di diversi mesi fa quando ho deciso di dedicarmi di più a me stessa. Ci sono momenti della vita in cui si ha bisogno anche di un po’ di sano egoismo per imparare a volersi più bene. Se non riusciamo più a voler bene a noi stessi come possiamo pensare di volerne agli altri?!?
E così mi ritrovo ora, da sola, a fare un passo dopo l’altro, in una città che non conosco se non in foto o attraverso i racconti di qualche amica che è stata qui prima di me.
Ogni cosa è nuova, i suoni, i colori che mi circondano catturano la mia attenzione.
Chissà quante volte anche lui avrà camminato su questo marciapiede, avrà respirato questi profumi e ascoltato gli stessi rumori che ora circondano me.
Quello che è quotidiano per qualcuno può diventare una scoperta per qualcun altro.
La scoperta è una fase importante, ti arricchisce riempiendo il tuo zaino personale di novità …e anche questa inizia con un primo passo; non starei passeggiando per queste vie se non avessi fatto a dicembre, 6 mesi fa, quel passo di comprare il biglietto aereo per Istanbul.
Un autoregalo che volevo e dovevo concedermi.
Partire da sola non è stato un problema perchè all’arrivo ho trovato ad aspettarmi la mia amica guida che oramai è espertissima di questa metropoli. Nei giorni precedenti mi ha mostrato tutta la zona europea e ci siamo divertite tantissimo. Mi è servito un po’ per entrare in sintonia con la frenesia di questa città, per ambientarmi e imparare a cavarmela sentendomi anche qui un po’ a casa.
Ora però ho bisogno di tempo per me, di metabolizzare il tutto prima di ritornare in Italia, tra meno di 24 ore.
“Sei sicura di voler rimanere da sola domani?” mi aveva chiesto la sera prima la mia amica dopo avermi accompagnato in quella casa vacanze a Kadıköy.
Io senza pensarci due volte ho risposto: “Evet! Domani ho bisogno di un po’ di tempo per me, per raccogliere le mie idee e fissare un momento. Non ti preoccupare, ci vediamo domani sera per cena!”
Ed eccomi qui, sola con me stessa, tra tanta gente, a camminare e sorridere quando da lontano intravedo l’orizzonte azzurro del mare che si specchia con quello del cielo alla fine della discesa.
Mi siedo su una panchina libera, sguardo rivolto al blu; apro lo zaino e tiro fuori il telefono che continua a vibrare, lo silenzio e lo rimetto dentro ed estraggo il libro che ho comprato ieri in una libreria ad Istiklal Avenue.
Ovviamente è in turco e non ne comprendo una parola ma non potevo non comprare il suo secondo libro! Diventerà il mio ricordo personale del viaggio.
Lo apro e inizio a sfogliarlo cercando di scovare qua e là qualche parola nota. Poi estraggo dallo zainetto il mio taccuino e la penna blu per annotare le mie sensazioni, ma prima decido di “segnare” il libro come faccio sempre, questa volta però non scrivo il mio nome sulla seconda di copertina ma #LeVignettediEngin che è diventata un po’ la mia firma su quello che è il suo mondo… e lo ripongo dentro come una reliquia.
Inizio a scrivere un pezzo per il blog, l’ho promesso alle Sinjorine ma nei giorni scorsi sono andata sempre di corsa e non sono riuscita a prendermi il mio spazio.
Passa il tempo e lo stomaco mi avvisa che è ora dello spuntino, allora rimetto tutto nello zaino e inizio a camminare fino ad arrivare al famoso Caffè Nero che avevo visto in foto più e più volte.
Riconosco i tendoni, le sedie all’esterno, la siepe ….
Sopra la tenda d’ingresso leggo “Italian Coffè”…. Vediamo se è vero!
Entro, mi avvicino al bancone e ordino, rigorosamente in italiano: “Un espresso macchiato freddo e una porzione di tiramisù, grazie!”
Oggi uno strappo alla dieta me lo posso concedere…
Il barista mi guarda strano, capisco che non ha compreso il mio ordine …allora sorrido e gli dico “Se è un caffè italiano, l’ordine lo faccio in italiano! ” e poi continuo sorridendo “Sorry, a coffee with a dash of cold milk… and… Tiramisù!” e mentre lui mi fa cenno di aver capito nella mia mente mi immaginavo già sulla scala, armata di cacciavite a smontare l’insegna del caffè ripetendo come Checco – non si nomina l’Italia invano!-
Sorrido, prendo la mia ordinazione e vado a sedermi su uno dei tavolinetti esterni; è il 2 di maggio e il sole qui rende il clima più estivo che primaverile, cosa buona per una freddolosa come me!
Inizio a bere il mio caffè senza zucchero (lo strappo con il dolce va bene, ma almeno lo zucchero lo posso evitare) e … NO… non è proprio un caffè italiano… chissà come si dice in turco “Un giravite e una scala, grazie!” 😁
Ma passiamo al tiramisù … apro lo zaino e tiro fuori il telefono, una candelina che avevo comprato il giorno prima e l’accendino. Piazzo la candelina sul tiramisù, l’accendo, faccio una foto e poi soffio la mia candelina strizzando gli occhi nella speranza che il desiderio si avveri subito….li riapro piano piano ma niente…mai una gioia!!!
Allora tolgo la candelina e inizio a mangiare il mio dolcetto per coccolarmi un po’, non è tanto TI-RA-MI-SU ma la crema almeno copre l’amaro del caffè….e intanto posto su Fb la foto con scritto: “I miei 44 li festeggio così, con IL PRIMO PASSO nella speranza che si avveri un desiderio…al Caffè Nero! Grazie per gli auguri .”
Trascorro gli altri 15 minuti a sorridere dei tanti messaggi di auguri, poi ripongo il mio telefono nello zaino, raccolgo le mie cose e mi rimetto in strada.
Passo dopo passo mi ripeto “non si può trovare chi non vuol essere scovato” e con una certa rassegnazione abbandono il lungomare per inoltrarmi verso le vie più interne di Kadıköy.
Dopo un po’ mi ritrovo in una via che mi sembra familiare, mi guardo intorno e riconosco le scalette e il portone della casa di Umut, scatto una foto e continuo a camminare fino ad incrociare un piccolo chioschetto di simit, ne prendo uno per pranzo, così da rimanere leggera per cena. La mia amica ha prenotato da un ristoratore suo amico che è di queste parti, dicono che lì si mangia bene, quindi non voglio rovinarmela. Arrivo a un incrocio dove c’è un distributore Shell con ancora appesi i cartelloni con il suo viso e mi ritrovo a sorridere pensando a quante cose in quella zona mi riportano a lui.
Continuo a passeggiare fino a Bağdat Street e una piccola folla di 20 persone in fila cattura la mia attenzione Attraverso la strada e mi avvicino per vedere che succede e scorgo all’entrata della libreria una locandina con la foto del nuovo libro, il suo volto e una scritta “Engin Akyürek imza günü bugün saat 16:30 ” …. inizio a tremare e a pensare ….”E se…oggi volesse farsi trovare?!?”
Tiro fuori il telefono e traduco la frase con Google traduttore nella speranza che i giga non mi abbandonino proprio ora…e leggo “Il giorno della firma di Engin Akyürek è oggi alle 16:30”.
Il mio cuore inizia a battere a mille ma la mia mente continua a pensare che non può essere vero.
Controllo l’ora, mancano 40 minuti circa…. scatto una foto alla locandina e la invio alla mia amica con un messaggio vocale “Ti prego, dimmi che Google ha tradotto bene…” . Pochi attimi dopo arriva la risposta “È un’occasione unica, non te la fare scappare!!!!! Rimani lì, ce l’hai il libro?”
Io:“Evet!… mi metto in coda!”
Lei: “È arrivato il regalo di compleanno, amica mia!!!”
Sorrido fissando lo schermo del telefono, guardo la fila, mi metto in coda ed estraggo il libro dallo zainetto.
Più passa il tempo e più la mente si annebbia con le domande :
Cosa gli dirò?
Come farò a comunicare con lui?
Riuscirò a restare in piedi davanti a lui?
Con lo scorrere dei minuti lo stomaco si stringe sempre più. Il cuore aumenta il ritmo dei battiti, sento la tempia che pulsa. Ho paura che il cuore da un minuto all’altro esca dal mio petto e me lo ritrovi in mano!
Tutte sembrano molto più tranquille e disinvolte di me.
Quasi mi vergogno di tanta frenesia…. mi guardo intorno e sono circondata a destra e a sinistra da pile e pile di libri e alla fine di questo corridoio di parole scritte c’è un tavolo con una sedia vuota….presto sarà lì!
Un brusio di fondo mi riporta alla realtà, sento una strana sensazione addosso come quella di qualcuno che aspetta di rivedere una persona cara, mi giro verso quel rumore e lo vedo arrivare….
Splendido come non mai, con la sua camicia nera e jeans scuri stretti. Scarpe scure ai piedi e orologio al polso.
Svetta tra tutti di almeno 10 cm, non lo puoi non notare.
Indossa il sorriso più bello, quello di qualcuno che è fiero del proprio lavoro e vuole condividerlo con chi lo ama.
Ci saluta da lontano, si siede e inizia a leggere un racconto del libro.
Nella libreria tutto tace tranne la sua voce che delicata mi arriva come una dolce melodia e mi trasporta in un mondo ovattato fatto di nuvolette, arcobaleni e unicorni pur non capendo una singola parola….
“Si è fatto trovare!” ripeto a bassa voce tra me e me.
La fila inizia a scorrere lentamente, lui si ferma a scambiare due parole con tutte le persone che ha davanti e firma le copie del libro con dediche personalizzate per tutti, nessuno escluso.
Quando si tratta del suo lavoro è sempre felice di condividerlo con chi lo segue, lo si capisce dai suoi occhi. A molti rilascia anche un selfie , allora provo a prendere il telefono dallo zainetto ma le mie mani tremano talmente tanto che non riesco nemmeno a slacciarlo…fortuna che il libro l’ho tirato fuori prima! La fila è sempre più corta, lui è sempre più vicino tanto che sento con chiarezza la sua voce mentre saluta le altre.



È ora… tocca a me…. mi guarda distrattamente e accenna un sorriso, poi dice “Merhaba… Adın nedir? ” e mi prende dalle mani il libro che gli porgo con non so quale coraggio ripetendomi rimani in piedi…rimani in piedi..
E mentre aspetta la mia risposta intanto apre il libro proprio alla pagina con la mia scritta blu….
Io non so da dove ma riesco a far uscire con un filo di voce la mia risposta in italiano: “Scusa Engin, non parlo turco… sono italiana”
Mentre pronuncio quelle parole lui sta passando il suo indice su quell’# che sembra distrarlo …era concentrato a ripescare qualcosa nei meandri della sua mente.
Allora io ripeto: “Engin bey….”
Lui distoglie lo sguardo dal libro senza muoversi di un millimetro e mi guarda un secondo poi si fa indietro con la schiena e inclina la testa senza distogliere il suo sguardo dal mio e accenna un sorriso, i suoi occhi passano dallo stupito al sorpreso al malizioso in un nanosecondo e io sento il mio viso andare in fiamme…
Poi lui dice “Elena… değil mi?”
Non riesco a pronunciare nulla, ho un nodo alla gola che impedisce alle parole di uscire, l’unica cosa che riesco a fare è sorridere come non ho mai fatto… i miei occhi s’illuminano e si perdono nei suoi ancora più luminosi.
In alcune occasioni le parole non servono, gli occhi parlano per noi ed Engin è veramente un maestro in questo, però questa volta anche i miei urlavano a gran voce un’unica parola: Evet!
Spalanco gli occhi indossando ancora un sorriso e mi ritrovo a fissare un soffitto familiare, in una penombra spezzata solo dai raggi leggeri del sole invernale che filtrano dalle fessure della persiana. Gli unici libri che ho vicino sono quelli già segnati con il mio nome sugli scaffali della libreria della mia stanza.
Niente più fila dietro di me.
Porto le mani agli occhi con la consapevolezza di aver oramai attraversato quel varco che separa il mondo dei sogni dalla realtà. Provo a richiuderli ma oramai il passaggio è serrato e non esistonono chiavi o formule magiche per ritornare lì; una sorta di malinconia maschera il mio volto.
Mi giro verso il calendario appeso sull’armadio affianco al letto e ancora una volta incrocio il suo sguardo nel mese di dicembre e per un attimo mi par di scorgere quel bagliore e luccichio che mia aveva rapito in sogno…. è proprio strana la nostra mente.
Alla mia sinistra sul comodino c’è Sessizlik…. certe cose non cambiano , anche qui mi parla ancora tutto di lui.
“…certi primi passi possono cambiarti la vita…”
Scendo dal letto e vado a prendere il mio portatile , lo accendo e cerco su Skyscanner: volo diretto Bologna-Istanbul andata/ritorno partenza aprile, ritorno maggio.
Controllo le date e clicco su acquista biglietto.
“Tutto comincia con il primo passo!”
Elena
#LeVignettediEngin
Elena, bellissimo racconto. man mano che andavo avanti a parte una certa emozione avevo proprio la sensazione di vedere Engin!!!!! secondo me riuscirai perchè proprio come scrivi tutto comincia con il primo passo…. degil mi?
Elena, spero vivamente che tu abbia acquistato quel biglietto… non si sa mai! 😉 E complimenti per il racconto, che mi ha emozionato come se fossi stata lì insieme a te. Grazie!
Che bel racconto, Elena! La tua prosa meravigliosa ha fatto sì che anch’io mi trovassi a passeggiare per Bagdat caddesi scrutando l’orizzonte nella segreta speranza di veder apparire un volto a tutte noi caro! Che felicità quando ti ho pensato in fila, ad aspettare che il suo libro venisse firmato!! Spero che i tuoi sogni diventino realtà : te lo meriti e le tue Vignette dovranno essere viste prima o poi dal nostro ragazzo! Ce la dobbiamo fare!! A costo di fare anche noi quel biglietto e partire tutte insieme con il proposito di realizzare il tuo, il nostro sogno! Naturalmente se anche tu lo vuoi! Un abbraccio!
Bellissimo racconto Elena spero davvero che questo sogno un domani possa trasformarsi in una meravigliosa realtà te lo auguro con tutto il cuore ♥️
Ci hai fatto sognare con te Ele, grazieeeee ❤️️
Elena che bel sogno ti auguro che veramente riesca a fare il primo verso Istanbul e il tuo scrittore EnginAkyürek
Elena bello il racconto del tuo sogno. È vero per raggiungere la metà bisogna sempre fare un primo passo e avere coraggio, non abbandonare mai il sogno di fare, qualsiasi cosa. E comprare il biglietto per andare dal Principe è un primo passo. ❤️
Grazie per aver condiviso queste emozioni ….ci siamo ritrovate insieme nel sogno…….eravamo tutte in fila, in attesa di incontrare i suoi occhi.
L’augurio con tutto il ❤️ che tu possa fare al più presto questo primo passo! ….poi,il resto arriverà .
Emozionante la descrizione di questo sogno che tutte abbiamo fatto almeno una volta da quando conosciamo Engin Akyürek anche ad occhi aperti ,spero che tu lo possa realizzare e …rimanere in piedi 🤣🤣🤣 mi hai fatto morire dal ridere🤣🤣😘
E’ sempre un piacere condividere con voi i miei sogni 🙂
Bellissimo il tuo sogno. Bravissima ad esporlo e far entrare il lettore nella storia. In questo caso la lettrice sono io e sono un pò contrariata perchè hai bloccato la fila .. : ) .. Cara Elena spero davvero che quel biglietto sia ora sopra la tua scrivania!
Bellissimo racconto Elena, mi sono ritrovata per un attimo anch’io catapultata in quella libreria, con il cuore impazzito! Ma è stato davvero un sogno?? Magari premonitore… grazie di averlo condiviso perché, come dici sempre tu, le cose belle si condividono e questo è stato bellissimo ❤❤