Lo sceneggiatore della serie Hasan Tolga Pulat intervistato da Melis Hazal Karagöz nel suo programma Art-e racconta la trama e alcuni aspetti interessanti delle serie tv turche.
Engin Akyürek sta per tornare sul piccolo schermo con Bereketli Topraklar (Terre Fertili), la nuova serie di Show TV, le cui riprese inizieranno il 7 settembre prossimo. Di recente, intervistato da Melis Hazal Karagöz, lo sceneggiatore della serie, Hasan Tolga Pulat, che è anche regista, ha raccontato di più sulla trama di questa serie. Una storia che si annuncia intensa e originale: al centro, un proprietario terriero che si oppone alla speculazione e all’urbanizzazione, difendendo l’agricoltura, l’allevamento e un rapporto autentico con la terra.
Un racconto che mette in scena non solo un conflitto economico, ma anche una visione del mondo: la necessità di proteggere ciò che nutre la vita, le radici di una comunità, la dignità del lavoro.
In un momento storico in cui la questione ambientale e la sostenibilità del nostro rapporto con il territorio sono al centro del dibattito globale, la serie diventa più che mai significativa: un racconto che interroga il presente e le sue urgenze.
Non sorprende, dunque, che a essere scelto per questo ruolo sia stato proprio Engin Akyürek: i suoi lavori hanno spesso avuto come sfondo temi sociali e attuali, affrontati attraverso storie capaci di parlare al cuore e alla coscienza dello spettatore. Attore da sempre capace di dare corpo a personaggi complessi, uomini divisi tra fragilità intime e tensioni sociali, Akyürek porta in scena una recitazione che si muove tra misura e intensità, con la rara capacità di vivere i personaggi dall’interno, restituendo la loro verità più sottile. Ogni ruolo diventa così stratificato, credibile, irripetibile. Non vediamo l’ora di conoscere Ömer Bereketoğlu!
Oltre a parlare di questo nuovo progetto, lo sceneggiatore (e regista) Hasan Tolga Pulat ha condiviso alcune riflessioni che ci aiutano a comprendere meglio il mondo delle dizi e la cultura della recitazione in Turchia. Almeno, io le ho trovate interessanti.
Le dinamiche delle serie turche
Il sistema produttivo turco si basa su una logica particolare: le sceneggiature iniziano con due o tre episodi soltanto. Questo consente di modellare la trama sulle reazioni immediate del pubblico, a differenza del modello americano che lavora a stagioni già definite. Un vantaggio e uno svantaggio insieme: da un lato permette grande interazione con gli spettatori, dall’altro espone a brusche interruzioni o cambi di direzione.
Non a caso, il genere che più resiste è la commedia romantica, fatta di amori impossibili, intrighi e caos. Ma Pulat insiste: il pubblico turco vuole emozioni dirette, senza filtri.
L’arte di non “apparire”
Da regista, Pulat ha sempre coltivato un principio: non voler apparire. Evitare movimenti di macchina superflui, luci invadenti, artifici. Quello che conta è che lo spettatore non percepisca la regia, ma solo le emozioni dei personaggi. Una filosofia che estende anche alla recitazione: “Recitare è l’arte di nascondere”, afferma. In una società che tende all’esibizionismo, il rischio è che si chieda agli attori di mostrare troppo. In realtà, la forza sta nella sottrazione. Inutile dire che questo passaggio mi ha fatto pensare alla recitazione di Engin Akyürek.
Teatro e cinema: questione di distanza
Una delle osservazioni più interessanti riguarda la differenza tra teatro e cinema. A teatro, spiega Pulat, la distanza dal pubblico obbliga l’attore a ricorrere a gesti e mimiche più marcate. In cinema e nelle serie tv, invece, la macchina da presa può avvicinarsi fino alla pupilla: qui l’attore deve imparare a essere naturale, a lasciare che un’emozione minima diventi leggibile sullo schermo. Una lezione che in Turchia non sempre viene interiorizzata, ma che distingue i veri interpreti. E anche qui, il pensiero è andato a lui, al maestro Akyürek.
Attori, social media e mercato
Nel mercato contemporaneo, i nomi famosi e i numeri sui social hanno un peso. È innegabile che attirino l’attenzione e facilitino la vendita all’estero. Ma Pulat mette in guardia: un cattivo attore resta un cattivo attore, qualunque sia il suo seguito online. Se non si trasmette emozione, gli ascolti calano.
L’eredità di Sefa Önal
Con Bereketli Topraklar, Pulat raccoglie l’eredità del grande sceneggiatore Sefa Önal, firmando un adattamento che guarda al presente. Una storia che parla di terra, di radici, di futuro. E che, siamo certe, troverà in Engin Akyürek un interprete capace di farne vibrare ogni sfumatura.
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Qui l’intervista: https://youtu.be/LSlW8LAnd4o?si=krm1PGQ1ZhUsL8tV
