Engin Akyürek intervista Istanbul Life
Intervista a Engin Akyürek per Istanbul LifeMarzo 2019
Abbiamo incontrato l’attore di successo Engin Akyürek a Moda e abbiamo parlato del suo nuovo film “Bir Aşk İki Hayat” (Un amore due vite), di Istanbul e del suo nuovo libro…


Dicono che “la vita sia guidata dai grandi eventi, mentre la vita è la somma delle piccole decisioni che prendiamo…” Queste sono le frasi che abbiamo sentito nel trailer del suo prossimo film “Bir Aşk İki Hayat”… Che tipo di film ci aspetta?

Queste frasi descrivono molto bene il film. A volte, quando si realizza un film o si pensa a un libro, si ha la convinzione che debbano raccontare qualcosa di molto grande sulla vita. In realtà, i film che tutti amiamo e ammiriamo hanno a che fare con quelle cose semplici della vita che sono simili alla nostra… Anche questo film inizia proprio da questo punto. A seguito di un evento molto semplice, di una scelta molto semplice – “cosa sarebbe successo se avesse lasciato uscire il cane, cosa sarebbe successo se non l’avesse fatto?”  – vediamo due versioni diverse della vita di Umut, il personaggio che interpreto. Quando ho letto la sceneggiatura, avrei voluto poter vedere le conseguenze delle mie scelte. Viviamo sempre ciò che scegliamo, ma quello che non scegliamo rimane sempre un sogno e un’incognita. La bellezza e il segreto del film sono nascosti proprio qui. Si tratta di come una cosa semplice possa cambiare la nostra vita.

Se ascoltiamo la storia di Umut, il personaggio che lei ha interpretato nel film…

Dunque, abbiamo girato a Moda, il 90% del film è stato girato lì. È un film su Kadıköy. Umut è un regista che vive a Moda. Ha problemi con la regia, non riesce a fare i film che vuole ed è costretto a fare degli spot pubblicitari. In realtà, è un personaggio che vive esperienze che tutti noi potremmo affrontare e sperimentare a un certo punto della nostra vita.

Nel film ci sono amore, vita e decisioni. Come si riflettono le decisioni di Umut tra le infinite scelte dell’amore e della vita nel film?

A dire il vero, il film non sottolinea questo tipo di scelte, si tratta piuttosto di decisioni semplici, come far uscire il cane o attraversare la strada. Di fatto, decisioni di cui non teniamo molto conto nella vita. Come risultato, trova l’amore. Anzi, va incontro a un percorso che racconta lo stesso film. Se avete già visto il trailer, avrete già capito la doppia narrazione del film. Non ci sono due uomini diversi nel film, ci sono due storie diverse dello stesso uomo.

Che tipo di viaggio promette agli spettatori “Bir Aşk İki Hayat”?

Credo che potranno fare un bilancio della propria vita. Per esempio, chi è venuto con la sua ragazza rivedrà la storia del suo incontro…i desideri professionali, o di viaggio… Di solito le persone vogliono pensare ai lati positivi di queste situazioni, ma in questo film vedranno anche i lati negativi. Quando guarderete il film, credo che farete delle riflessioni che influenzeranno la vostra prospettiva sull’amore e sulla vita.

Per il nostro servizio di copertina, abbiamo girato per le strade di Moda e Kadıköy. Nel film c’è una storia che si svolge su questa direttrice. Quale effetto pensa che abbiano avuto il quartiere e la sua struttura sul film? Quando avete girato il film e com’è stato il processo di ripresa?

È un film su Kadıköy e Moda. Lo abbiamo girato a luglio, il nostro regista è Ali Bilgin. In realtà, si tratta di un film tra Bergüzar Korel e me. L’ho detto anche per “Bir Küçük Eylül Meselesi (Un piccolo affare di settembre)”, un film tra due persone. Questo è un film che ha questo stesso sapore. Bergüzar Korel e io non avevamo mai recitato insieme, non ci eravamo mai incontrati prima. Sono molto felice di averla incontrata. Poiché gli attori del film sono molto pochi, è necessario trovare subito un’armonia. La motivazione della Bergüzar a recitare e la sua preoccupazione di fare bene il suo lavoro sono molto preziose. È un film per due persone. È stato molto importante catturare questo aspetto in questo film. Non abbiamo avuto un processo di preparazione molto lungo, abbiamo dovuto iniziare il film immediatamente. C’è stata un’ottima energia fin dall’inizio, un’energia di cui il film aveva bisogno. Io vivo a Kadıköy, non mi sono sentito un estraneo perché abbiamo girato nei luoghi che amo, per le strade che conosco. Mi sono anche seduto spesso nei luoghi in cui Umut ha vissuto… I luoghi in cui è stato girato il film sono come l’identità del film. Nel film sentiamo molto Kadıköy e Moda. Sono la casa di Umut, il suo mondo e i luoghi che lo fanno esistere.

Può dirci come il film definisce le sue scoperte sull’amore?

Nella nostra vita, il lavoro, ciò che faremo, i traguardi, sono così in cima alle nostre priorità. In realtà, l’amore si nasconde da qualche parte che non consideriamo… L’amore è come un punto di riferimento della nostra vita. Un punto in cui ritroviamo davvero noi stessi. Quando la vita sta andando a gonfie vele, ci si innamora e tutto crolla. Oppure, quando arriva l’amore, tutto ciò che è spiacevole diventa improvvisamente bello. Il film ci racconta cosa può cambiare nella vita attraverso la ricerca e l’esperienza dell’amore. Quando si incontra una persona, la si accoglie con tutte le proprie esperienze. Arriviamo con i traumi e i problemi che abbiamo vissuto. Dopo un po’ vengono fuori. Credo che questa sia una delle parti più belle del film. Le nostre radici, l’essere una famiglia, un genitore… Tutti noi abbiamo problemi del passato, ma è importante il modo in cui li mettiamo sul tavolo. Il personaggio che interpreto crede di poterli risolvere facendo un film, ma si rende conto che non è così.

Quali sono i suoi quartieri preferiti della città, con la loro anima e le loro caratteristiche? Quale lato della città sente più vicino?

Amo il lato anatolico… Kalamış, Fenerbahçe… Non solo perché è calmo e tranquillo, ma anche per il senso della vita, perchè dà a chi ci vive un senso di appartenenza. Io sono di Ankara e lo paragono al mio paese, tranne che per il mare…

Ci sono luoghi, quartieri o strade che la ispirano?

Non dico che sia dove vivo io, ma ce ne sono a Kalamış e a Fenerbahçe. Mi piacciono le strade, l’atmosfera, il porto turistico. Bağdat Caddesi è uno dei miei luoghi preferiti. Ci possono essere posti molto più belli a Istanbul, ma a me piace stare in strada. Mi piace la folla, che non mi affatica. Stare in mezzo alla folla mi fa bene. Ho vissuto anche sul lato europeo, ho trascorso molto tempo lì. Bebek, Arnavutköy sono molto belli. Ha anche la vista più bella del mondo. Mi piace molto anche Üsküdar, che ha una vista meravigliosa. Deve liberarsi dalla sua condizione di cantiere e farsi sentire. In realtà, ho conosciuto Istanbul durante le riprese. Grazie alle riprese, ho visitato molte parti diverse della città.

Negli ultimi mesi ha incontrato i lettori il suo primo libro di racconti “Sessizlik (Silenzio)”, un libro che accompagna i lettori in un viaggio verso gli anni che non ci sono più. Quale pensa sia stato l’aspetto del libro che ha coinvolto i lettori?

Non volevo che fosse percepito così, cioè non l’ho scritto con un sentimento di nostalgia per il passato o di esaltazione del passato. Si è solo nel presente, l’unica cosa con cui si possono confrontare i sentimenti e le emozioni di oggi è il proprio passato. Quando le avventure della mia infanzia e della scuola si sono unite, ho sentito di essere arrivato a un buon punto di partenza per la storia. Negli ultimi cinque anni, la vita si è sviluppata a una velocità di cui non ci siamo resi conto. È più veloce. Ci siamo orientati verso una vita in cui ci ascoltiamo meno, comunichiamo meno, sentiamo meno. Questo vale per tutti noi. Nel momento in cui ho iniziato a prendere coscienza di questa realtà, hanno cominciato a emergere queste storie.

Da quanto tempo la scrittura fa parte della sua vita?

In realtà, c’è sempre stata. Scrivevo quando ero all’università, non scrivevo in modo molto sistematico, ma scrivevo già storie. Poi, quando ho iniziato a scrivere per la rivista Kafasına Göre, hanno cominciato ad accumularsi, così ad un certo punto ho pensato: perché non farne un libro? Anche se ho scritto su argomenti diversi, è diventato un po’ come la somma del punto di vista di un uomo sull’universo di questi temi. È diventato qualcosa che guarda alle questioni con lo stesso sapore.

La Istanbul di Engin Akyürek

Lei è nato e cresciuto ad Ankara… Oggi, se le chiediamo di confrontare il posto che hanno Istanbul e Ankara nella sua vita, cosa non può rinunciare della prima e cosa le manca della seconda…


Sono arrivato a Istanbul nel 2003. In questo momento, l’Ankara del 2003 non esiste più e non esiste nemmeno la Istanbul di quegli anni. Non importa da dove veniate, Istanbul vi sembrerà veloce e faticosa. Sembra che le persone stiano sempre correndo da qualche parte. Sì, l’ho sperimentato anch’io, ma lasciatemi dire che oggi questa velocità è ovunque. Siamo in una situazione di uniformità e credo che queste domande perderanno il loro effetto con il tempo.

Sta per raccontare questa città a qualcuno che non l’ha mai vista. Quali sono le parole che userebbe più spesso?
Direi: “Vieni, vieni”…

C’è un luogo che ha scoperto in città?
Non c’è nessun luogo sconosciuto… Se qualcuno lo scopre, me lo faccia sapere.

Il suo quartiere preferito a Istanbul?
Kadıköy.

C’è un quartiere di Istanbul che non ha mai visitato?
Credo di poter dire di no.

Chi pensa che goda di più di questa città?
I gabbiani.

Se Istanbul fosse un’amante, cosa farebbe per conquistarla?
Istanbul è come un’amante tradita e ferita… Il luccichio nei suoi occhi è ancora presente. Prima che possa aprire il suo cuore, dovrei abbracciarla e chiederle scusa. Forse mi perdonerebbe, ci perdonerebbe…

Qual è, secondo lei, il miglior luogo di ritrovo della città?
Penso che Beşiktaş abbia questa vocazione.

Quale artista le piacerebbe di più vedere in questa città?
Qlafur Arnalds e Hammock sono i miei musicisti preferiti.

Qual è il suo monumento storico preferito?
Amo la Penisola Storica nel suo complesso.

Il suo percorso escursionistico preferito?
La spiaggia di Caddebostan.

Dove vorrebbe vivere se Istanbul non esistesse?
Ankara o  Kaş.

E per finire…

Il libro che ha letto?
“Nefha” di Sezgin Kaymaz e  “Un cavallo entrò in un bar” di David Grossman

I film che ha visto?
“Ida” e “Roma”.

Intervista di Senem Bal Ay, Fotografia: Deniz Özgün, Styling: İlknur Şeref, Trucco e parrucco: Onur Marangoz, Location: Moda Boathouse

Giocando un po’, proviamo a immergerci nel “quotidiano” del nostro Engin facendo “nostre” le sue passioni e il suo mondo che ci ha raccontato in quest’intervista.

Kadıköy

Dove vive Engin. Corrisponde all’antica città di Calcedonia ed è un distretto e un comune soggetto al comune metropolitano di Istanbul. Affacciato sul mar di Marmara, si trova sul lato asiatico della città e ci vivono oltre mezzo milione di persone. E’ suddiviso in 17 quartieri, tra cui Caferağa, dove si trova l’area di Moda, e Fenerbahçe. Artistico ed eclettico, Kadıköy è un quartiere colorato, ricco di facciate decorate con murales e graffiti politici, che brulica di persone, bancarelle di pesce e frutta, street food e spettacoli.

Consiglio questo articolo della Lonely Planet per chi è in procinto di andare a Istanbul:

Moda

Dove è stato girato il film. E’ considerato uno dei quartieri più cool del mondo, grazie alle centinaia di bar, caffetterie, ristoranti e negozi aperti negli utlimi anni, alla sua atmosfera bohémien, la colorata street art e le pittoresche viste sul lungomare. E’ una destinazione popolare per chi cerca una pausa dalla frenesia delle zone più affollate della città. 
Per approfondire:

Kayıkhane

Il luogo dove è stata realizzata l’intervista. Un edificio storico, affacciato sul mare, ristrutturato, oggi ospita eventi e concerti. Questo il sito ufficiale:

Bağdat Caddesi 

Dove ama camminare Engin. Durante il periodo ottomano da qui iniziava la strada che collegava la capitale con Baghdad, che allora era un’altra importante città dell’impero. Con i suoi caffè all’aperto e i ristoranti occidentali, Bağdat Caddesi è considerata una delle strade più europee di Istanbul, sebbene si trovi sul versante asiatico. Oltre che passeggiare sui grandi marciapiedi ombreggiati dagli alberi, su questo lungo viale si può fare shopping, moltissimi infatti i negozi delle grandi marche. Il viale corre parallelo al lungomare di fronte alle isole di Istanbul, dove si può ammirare uno dei panorami più spettacolari di tutta la Turchia.

Kalamış 

È una zona di lusso nel distretto di Kadıköy, un quartiere all’interno dell’area più ampia di Fenerbahçe.  Prende il nome dalla parola greca kalami che significa canna . È noto per due porti turistici che insieme costituiscono il più grande porto turistico della Turchia.

Fenerbahçe

E’ un quartiere popolare di Kadıköy, considerato uno dei posti migliori per fare colazione con vista sul mare. Merita una passeggiata il Parco Romantika Fenerbahçe, da cui è possibile ammirare il Bosforo e le Isole dei Principi. Il parco prende il nome dal suo faro (“fener” in turco) che risale al 1562 e ospita un maestoso lentisco di 150 anni.

Caddebostan

 E’ uno dei luoghi della movida di Istanbul, a pochi passi da Kalamiş e Fenerbahçe. Caddebostan è una lunga strada, che da Bağdat Caddesi porta al mare, dove si trovano alcuni dei migliori ristoranti della città e pub più cool. Lungo la costa ci sono le tre famose spiagge di Caddebostan, 950 metri di sabbia e ciottoli.

Beşiktaş

Il miglior luogo di ritrovo secondo Engin, è un quartiere che si trova sul punto più bello del Bosforo. Qui si trovano alcuni degli edifici simbolo della città come i palazzi Yıldız, Dolmabahçe, Feriye e Çırağan.Molto belli il mercato del pesce, dove si può gustare anche dell’ottimo street food, bazar, caffè e ristoranti, i parchi di Yıldız e Maçka e alcuni musei. Importanti moschee come la Moschea Ortaköy, la Moschea Kuruçeşme e la Moschea Sinan Pasha. Qui si trova anche lo stadio dell’omonima squadra, di cui Engin è tifoso.

Penisola Storica

Una delle zone più antiche e importanti di Istanbul, ospita molti importanti edifici. Sultanahmet è la più popolare e turistica della Penisola Storica, qui si trovano moschee storiche, musei, palazzi e altri edifici storici. Per approfondire:

Kaş

E’ il luogo amato da Engin, dove si dedica alle immersioni, il suo hobby preferito. Kaş è un ex-villaggio di pescatori, oggi meta dei turisti che fuggono da località molto più affollate come Bodrum e Çeşme. Kaş si offre per vacanze all’insegna della natura e del mare ma anche alla scoperta di luoghi storici.


Qlafur Arnalds e Hammock

I musicisti preferiti all’epoca dell’intervista. Le loro, sono musiche perfette per rilassarsi e viaggiare con la mente…Per ascoltare ciò che piace a Engin:

Nefha di Sezgin Kaymaz

E’ uno dei libri citati nell’intervista. Un romanzo in cui si parla di Adamo ed Eva, della loro creazione, si parla di angeli e soprattuto si parla del diavolo. Di come un angelo è divenuto Satana. L’autore racconta la “dialettica” del diavolo. Una storia dei flussi e riflussi, degli alti e bassi, delle confusioni che gli esseri umani sperimentano con la loro arroganza, le loro ambizioni, le loro debolezze.

Un cavallo entrò in un bar di David Grossman

Il libro ruota intorno alla figura di un intrattenitore che in un locale notturno di Natanya, a nord di Tel Aviv, lancia battute al pubblico che oscilla fra le risate e il forte il disagio, quando l’artista comincia a mettere a nudo le proprie ferite. E’ stato anche pubblicato in Italia da Mondadori. David Grossman è uno scrittore israeliano pluripremiato, autore di romanzi e saggi. I suoi libri sono stati tradotti in oltre 30 lingue. E’ un attivista pacifista e dichiaratamente critico nei confronti del governo israeliano. Nel 2006 uno dei suoi figli è stato ucciso mentre svolgeva il servizio militare nell’esercito israeliano.

Ida e Roma, i film visti da Engin

Ida è un film polacco del 2013, diretto da Paweł Pawlikowski, che nel 2015 ha vinto l’Oscar come miglior film straniero. Trama: Anna è una giovane orfana che vive in convento, prossima a prendere i voti. Si reca a fare visita alla sua unica parente in vita, la zia Wanda, soprannominata “la sanguinaria”. In passato è stata un giudice che ha condannato alla pena capitale decine di partigiani non comunisti dell’AK, ora è una donna depressa, alcolizzata, in cerca di briciole d’amore. L’incontro tra le due donne è l’inizio di un viaggio alla scoperta l’una dell’altra e dei segreti del loro passato. Anna scopre infatti di essere ebrea e che il suo vero nome è Ida.

Roma, invece, è un film del 2018 scritto e diretto da Alfonso Cuarón. Racconta le vicende di una famiglia messicana a Città del Messico negli anni ’70  e il titolo si riferisce al quartiere Colonia Roma presente in città. Un film pluripremiato: ha vinto tre Oscar nel 2019 (regia, fotografia, miglior film straniero), Leone d’Oro a Venezia, David di Donatello, Golden Globes e tanti altri. Roma si può vedere su Netflix 🙂

Buon viaggio a tutte voi nel mondo di Engin 🙂

Ros

2 Comments

  1. Grazie Ros, grazie per aver voluto, anche attraverso questo tuo ultimo contributo, farci conoscere la parte di mondo in cui Engin vive e opera. La parte del mondo a cui appartiene, che ama profondamente e che grazie a lui abbiamo imparato anche noi ad amare e conoscere! Bruna

    1. Grazie a te Bruna. Eì una cosa che faccio regolarmente 🙂 perchè sono curiosa. Ho voluto condividere con voi le mie ricerche 🙂

Ros

Giornalista freelance, ghostwriter, content editor, sommelier, mi occupo di uffici stampa e comunicazione. Scrivo, leggo, ascolto musica, divoro film e serie tv. Soprattutto turche. Soprattutto con Engin Akyürek. Il mio sogno? Intervistarlo

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