Engin Akyürek

“Io sono te,
Tu sei me,
Egli è nostro, tutti e due siamo suoi.
Che tutto sia
Per il nostro prossimo”
Incontri con uomini straordinari

Georges I. Gurddjieff

Intorno al frastuono, accade che la pratica del silenzio permette l’osservazione e l’incontro di storie di vita che fanno riaffiorare frammenti di noi, in un lavoro più intimo e profondo.

In questi momenti mi chiedo: “È questo l’allenamento del mio cuore? Che lo rende tonico, veloce, che contraendosi riscalda il mio corpo?”.

Nella pratica della medicina, che mi appartiene, il cuore è un muscolo, dunque, va allenato attraverso l’integrazione di corpo, mente ed emozioni.
Il corpo, spesso dimenticato da una meccanica ripetitiva e distante dal ricordo di sé, è il luogo dell’incontro con l’altro, attraverso una sensorialità talvolta espansa, talvolta inibita e sofferente, ma comunque viva.
Così nel mio lavoro le storie di incontri con bambini, adolescenti e genitori. Come Marco che “congela” le sue emozioni perché il suo cuore è malato, mostrando solo un guizzo nei suoi occhi nel parlarmi dei suoi “Manga”; il giocare assieme a Chiara, “una piccola donna” iraniana ferita dalle violenze del padre sulla madre; l’incontro su skype con Agnese, in Canada per studio, che al di là della sua ansia racconta della sua prima storia d’amore; e Giulio “il ribelle” che appare cresciuto, sorridente e compiaciuto della sua nuova forma fisica e mi parla di “Classroom of the Elite”……

Ebbene, lì dove sei, attendi inconsapevolmente una scintilla per innamorarti di te, dell’altro, delle cose, del mondo, della gente.

Accade che, accanto a giornate lavorative intense, la vita ci riservi pause “obbligate” in compagnia della voce e del calore di affetti, di un buon libro, un film, una serie tv.
Ed eccomi, nei panni di “investigatrice di storie di vita”, imbattermi in uno straordinario attore e scrittore turco come Engin Akyürek, che solletica l’interesse verso una comunicazione linguistica e di antiche tradizioni, in cui ritrovo aspetti familiari che invitano all’irrefrenabile ricerca dell’altro come specchio, come doppio, nell’innamorarci di noi.

Forse è questa una scintilla?

L’incontro, al di là della distanza fisica, è chimica, e qui la medicina mi viene ancora in aiuto. Dunque la scoperta di una risonanza con Engin Akyürek in una scrittura, quella dei suoi racconti nella rivista Kafasina Göre, semplice, immediata, che esige l’incontro con l’altro come unico e irripetibile, come rispecchiamento e prolungamento di uno stato interiore dell’anima.

Qui l’intimità è il perdersi nelle sue narrazioni, nelle recitazioni attraverso un gioco di maschere che l’attore interpreta magistralmente, nei panni di Mustafa, Ömer, Sancar, Mehmet….in una straordinaria integrazione tra comunicazione non verbale – mimica facciale e movimento corporeo, il cui arrivo è immediato – e comunicazione verbale che appare modulata da profonda a leggera.

È possibile tutto questo se non attraverso l’integrazione di corpo, mente e cuore?

Non è quello che può accadere a ognuno di noi nell’utilizzare le maschere, a volte funzionali, se curiamo la nostra essenza?  
L’Essenza mi riporta alla purezza, che è l’incontro della semplicità dei bambini, di cui il nostro Engin più volte accenna come sua fortezza e scrigno di antiche radici nella condivisione con l’altro.

A tal proposito, ripenso alle storie dei miei incontri, a noi come essere speciali perché unici e al sorriso che, da neuroni a specchio, invita contagiosamente a sorridere alla vita perché il sorriso è “un obbligo sociale”. Anche in questo Engin Akyürek mostra un’eccellente capacità nell’essere veicolo di occhi e labbra che sorridono all’altro, creando un effetto domino che crea una sottolineatura.
Le sottolineature poi, quelle autentiche, ancora una volta cambiano la chimica dei nostri incontri che diventano una possibile cura, come il circondarsi di persone che sanno come toccare il cuore e che generano presenza.

È quello che accade nel racconto “Il Signor Macit”, un personaggio di Engin Akyürek che, attraverso l’altro, insegna “a sciogliere la neve dei ricordi con il calore del sole” e ci invita ad essere pronti, acuti e disponibili nei momenti in cui la vita ci richiama alla presenza, all’ io mi amo.

Per questo e tanto altro, Engin Akyürek è diventato una sorta di amico immaginario, ritornando allo spirito dei bambini, un amico di penna sensibile e gentile, stimolante nel pensare, interpretare, nel creare legami associativi, attento e delicato nell’analizzare il mondo femminile, in cui l’innamorarsi avviene naturalmente.

“Io sono te,
Tu sei me.
Noi siamo attimi di presenza,
In un amore incondizionato”

Francesca Laganà

                                                

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7 Comments

  1. Appena ora ti leggo Francesca. Hai interpretato in maniera lucida, poetica ma anche scientifica quello che a tutte noi ha provocato l’ incontro con Engin. Questa “corrispondenza di amorosi sensi” virtuale, che per quel che mi riguarda mi ha fatto sentire di nuovo viva e grata perché persone eccezionali come lui esistono!

  2. Che quadro meraviglioso di Engin hai dipinto!!!! Lui non lo sa ma aiuta tanto nei momenti pesanti della giornata che possono accadere con uno spezzone delle sue serie oppure leggendo uno dei suoi racconti perchè il suo essere così speciale migliora tutto!!!!

  3. Bravissima Francesca. È stato un piacere leggerti. Engin è davvero una scintilla🤍

  4. Conoscere Engin Akyürek, mi ha reso molto più selettiva . Sicuramente il confronto con altri attori, mi ha spinto alla scelta di come impiegare meglio il mio tempo; fino a quel momento ( intendo quello dell’incontro con Engin) ho guardato cose talvolta per inerzia che per vero interesse. Nessuno prima di lui aveva attivato in maniera così pregnante i famosi neuroni a specchio. La psiche umana è strana , e chi meglio di te, può capirlo! Ma, forse qui c’è più cuore che ragione, sì perché parafrasando Pascal “Il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non conosce “
    Grazie Francesca 🙏

  5. Che bella descrizione che hai fatto del tuo incontro con Engin Akyürek, mi è piaciuta l’ immagine dell’ effetto domino che provoca il suo sorriso,un sorriso che è bastato a molte di noi a seguirlo e incontrarci instaurando rapporti che anche se virtuali stanno diventando presenze proprio come dici tu. Grazie per queste riflessioni 😘

  6. Brava Francesca hai detto parole per descrive Engin che noi tutte pensiamo ma che io non avrei mai potuto arrivarci a dirle. Lui con i suoi lavori e scritti ci fa battere il cuore grazie

  7. Che belle parole hai scritto Francesca. Tutte noi ci siamo innamorate di Engin e ci perdiamo nei suoi occhi, nel suo viso, nei suoi gesti, nella sua recitazione che per me non ha eguali. Con i suoi lavori e con i suoi bellissimi testi fa lavorare questo nostro muscolo che si chiama cuore con un “amore semplice” che ci fa compagnia in ogni momento delle nostre giornate più o meno complicate ❤️

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