Riflessioni sparse sul dodicesimo episodio di Adım Farah, con Engin Akyürek  e Demet Özdemir

L’amore non si cerca, ci si inciampa“.
Entrando in un bar per bere un caffè, immersa nei miei pensieri, sono stata attratta da questa frase (che non so di chi sia) scritta su una lavagnetta nera e la mente è inevitabilmente e irrimediabilmente andata subito ad Adım Farah. Al bellissimo amore nato tra Tahir e Farah, ma anche agli altri amori raccontati nella dizi che ci lasciano, però, ancora col dubbio su come potrebbero evolvere.
Tahir e Farah inciampano nella reciproche vite, trasformandosi in una tempesta capace di spazzare via tutto ciò che impedisce loro di essere pienamente sé stessi. Insieme.


Tahir, quando lo abbiamo conosciuto, sembrava condurre una vita perfetta. Braccio destro di un mafioso e dunque potere, successo, bella vita, macchine, casa splendida, vestiti sartoriali, un’elegante e disponibile “donna mannequin”. Eppure, il suo sguardo sempre arrabbiato, torvo, truce e indagatore ci ha rivelato l’esistenza di un mondo interiore di profonda insoddisfazione. Nella primissima parte della serie non lo abbiamo mai visto sorridere. Possiamo immaginare che il carismatico Tahir si svegliasse tutte le mattine con un grande senso di vuoto che tutti gli abiti, i soldi, il potere non erano in grado di colmare. Perché quella vita – solo apparentemente –  perfetta e invidiabile gli è stata praticamente imposta.
Tahir è un uomo verso cui il destino ha un debito grandissimo.


L’inciampo nella vita di Tahir è una donna decisamente distante dal suo mondo patinato e falso: sciatta, senza trucco, vestita umilmente, la testa coperta da un grande foulard ma dallo sguardo fiero e fermo che (come poi dirà) attrae subito i suoi occhi evidentemente bisognosi di scorgere la vera bellezza.  Una donna delle pulizie dai grandi occhi scuri, i capelli lunghissimi e una fierezza che non passa inosservata. Una fierezza che la nobilita e la distingue da tutto ciò che circonda lei e la vita di lui.
Tahir, scopriremo, ne rimane irresistibilmente attratto, ma differentemente da ciò che è abituato a fare nella sua vita, a prendere e ottenere subito tutto ciò che desidera, non osa toccarla. Anzi, proverà inizialmente a mettere una distanza fra sé e Farah, come se non si sentisse degno di potersi avvicinare a quella donna. Ma più conosce Farah più ne rimane attratto.  Farah gli entra nell’anima, modella le pieghe del suo io nascosto, lo avvinghia ma non lo incatena, al contrario lo renderà incredibilmente libero di indagare strade ignote. Farah per Tahir è il viaggio senza ritorno che ha inizio, è l’indizio di una felicità possibile, il riscatto da tanto dolore che – per fortuna – non ha atrofizzato il suo cuore, che invece è pronto ad amare, a donarsi, a spendersi.   

Ma il destino è in debito anche con Farah. Una donna che ha conosciuto l’amore e il suo lato peggiore. Una donna che ha sperimentato la violenza e la privazione causata da ciò che nessuno in verità dovrebbe osare chiamare amore. Una donna che ha però conosciuto anche il lato bello dell’amare grazie al figlio, che le ha insegnato cosa significa amare qualcuno più di sé stessi. L’amore materno, come scrive Erich Fromm, è il vero amore incondizionato: “L’amore materno è beatitudine, pace, non ha bisogno di essere conquistato né di essere meritato”. L’amore materno è premura, è protezione, è cura, è preoccupazione ed è sollievo. E Tahir rimane affascinato, anche, da tutto questo. Lui che è stato privato dell’amore materno, sente un’attrazione incredibile per il mondo di affetti autentici che lega Farah a Kerimşah e desidera ardentemente poterci entrare.
Il destino, dunque, è in debito con entrambi. E l’incontro fra Farah e Tahir è quello fra due persone che attraverso l’altro riescono ad abbandonare le maschere che hanno dovuto indossare, per scoprire la loro vera natura.  Farah riesce a far uscire Tahir dal suo guscio e a liberare finalmente la sua anima e Tahir diventa per lei l’opportunità di rompere la gabbia che ha costruito intorno al suo cuore e di curare le sue ferite segrete. 
Ma l’amore e la libertà hanno un prezzo. E per Tahir e Farah giungerà il momento di pagarlo.

Tanto è truce e crudele col mondo e le insidie di cui è pervaso, tanto Tahir è delicato quando ha a che fare con Farah. Emblematico, in questo 12° episodio, il dialogo nel quale Tahir chiede a Farah di raccontargli del suo vecchio amore. Una scena meravigliosa. Tahir si approccia a lei con delicatezza, in punta di piedi, con grande sensibilità.
Tahir è geloso. Nell’episodio 11 abbiamo visto esplodere la gelosia causata da Mehmet, per quello che il commissario rappresenta e di cui la vita di Tahir è priva.
Ma la gelosia più profonda si annida nel passato.
Tahir è innamorato di Farah e vuol sapere, capire, se lei è ancora innamorata del padre di Kerimşah. Vuol sapere, capire cosa ha provato per lui, di cosa si era innamorata. Vuol sapere, capire, se ha qualche chance per competere con quel grande amore.
Tahir è infatti pronto a intraprendere questo viaggio senza ritorno con Farah, ma ai suoi occhi lei non sembra esserlo.  Tahir ha paura di apprendere una verità dolorosa, pur tuttavia ha necessità di capire. Lei è trattenuta, non si abbandona a questa relazione come Tahir desidererebbe e dunque lui si mette a inseguire i fantasmi della vita di Farah per aggrapparsi a qualche flebile speranza.  Tahir naviga nel mare tempestoso del dubbio in una notte buia, ha bisogno di un segnale di luce per capire come procedere. Ma in quel dialogo non arriva alcun segnale rassicurante.
Farah sembra eludere le domande di Tahir. Sembra alzare un muro, si cela dietro a risposte che Tahir conosce già.
“Era quello che volevi sapere?”
“Era quello che volevo sapere”.

Entrambi sanno che non era quello che Tahir voleva sapere.
Entrambi da quel dialogo misurato ma in realtà terribilmente lacerante ne escono feriti.
Tahir visibilmente, va via come un cucciolo bagnato.
Farah non si dà pace, sa di averlo ferito.
Lo dirà a Sepide, il “suo dolce angelo silenzioso”, che comprenderà il suo dilemma e la spronerà a lasciarsi andare a questo amore: “Il tuo cuore è abbastanza grande per amare oltre Kerimşah anche un’altra persona”.

Farah è una donna compassionevole ma al tempo stesso di grande temperamento e coraggio. È una leonessa che ora difenderà non solo il suo cucciolo ma anche il suo uomo. Farah ha scelto.  Apprendere che Tahir sarebbe potuto morire suicida, la mette davanti allo specchio dei suoi sentimenti. Farah ha scelto.
Nel frattempo, Farah apprende un’altra dolorosa e sconvolgente verità, che sente il dovere di tenere per sé per impedire a Tahir di farsi ancora del male.
Farah è una leonessa che protegge tutte le persone che ama. E dunque lo farà anche con Gönül, a cui scrive quella lettera che abilmente ci fanno supporre fosse invece destinata a Tahir.  Ah come ho adorato questo equivoco! Sciolto in un brevissimo passaggio durante la festicciola per la festa  della mamma. Purtroppo, non basterà la lettera per fare chiarezza. Così come non servirà la decisione di tenere per sé il terribile segreto appreso nello studio di AGA.

Intanto lei è decisa. Farà di tutto per proteggere quest’uomo capace di farle battere nuovamente il cuore e disposto a tutto, a sua volta, per proteggere Farah e Kerimşah. Disposto anche a fare una promessa difficilissima da mantenere: rinunciare a farsi giustizia da sé per la morte del donatore.

Lei è decisa. Al punto da chiedere a Tahir di lasciare tutto e tutti e seguirla. Andare via lontano, rifarsi una vita altrove, lì dove potrebbe essere più facile curare il piccolo. “Posso essere la tua casa?”, chiederà a Tahir.
Farah ha capito che con Tahir l’amore è anche misericordia, fiducia, è la possibilità di essere felici, “Certo, so che ci si può bruciare, ma questa volta accetto anche questo”. È l’atteggiamento di una donna cresciuta, non è più la ragazzina al suo primo folle innamoramento trasformatosi poi nel suo peggiore incubo. Oggi c’è la consapevolezza matura dei limiti stessi dell’amore “con cui ci si può bruciare”, la consapevolezza di voler comunque correre il rischio con l’uomo che le ha dimostrato comprensione, fiducia e che sa renderla felice.

“L’uomo diventa prigioniero del destino, vero?”, le risponde Tahir.
(Siete destinati ad amarvi tesorini 😊)

Insomma, la scena sul divano è meravigliosa. Engin Akyürek si esibisce con la sua solita naturalezza in un ventaglio di emozioni che ci restituiscono in modo delicato e toccante la sofferenza, la comprensione, l’incredulità e infine la gratitudine di Tahir per le parole di Farah.  Tahir ama profondamente questa donna e Kerim al punto da concederle il divorzio se questo dovesse servire a lei a rifarsi una vita altrove e dare una chance al piccolo.  Un messaggio straordinariamente dirompente! Questa volta Tahir non lo dice offeso, come invece era accaduto nel locale dopo l’incidente dell’ospedale. No, questa volta, Tahir, esprime un sentimento diverso. È la disponibilità a fare qualcosa di veramente utile per la donna che ama, a rinunciare al proprio sogno, a farsi da parte generosamente per consentire alla persona amata di spiccare il volo verso i suoi obiettivi. In un solo singolo frame vengono spazzati via secoli di concezione altra del legame uomo – donna, del rapporto ossessivamente possessivo che ha posto l’uomo nella condizione di poter disporre della donna a proprio piacimento come fosse un oggetto, nella più completa incuranza di ciò che pensa-prova la donna.

Tahir non può che essere l’uomo giusto per una donna come Farah, incredibilmente moderna nell’esercizio delle sue libertà: di dire ciò che pensa, di inseguire ciò che ritiene giusto per sé, di combattere per le sue giuste cause, di non fermarsi davanti agli ostacoli. 
E dunque non poteva che essere lei, nella scena successiva, a far capire a Tahir di essere pronta all’amore.  Di desiderarlo, di volerlo, adesso, lì in quel momento. Perché non c’è niente di strano o moralmente riprovevole che possa essere una donna a fare il primo passo. Qualunque esso sia.

La sequenza di Tahir e Farah che finalmente si concedono uno all’altro è perfetta. Forse, solo, un po’ troppo breve? Alzi la mano chi non avrebbe desiderato ammirare per qualche secondo in più la bellezza che sprigionano entrambi mentre si amano? Bellezza e sensualità. La fronte di lui che si appoggia sulla fronte di lei, come a dire eccoci qui, finalmente, io e te. I due nasi che si strofinano come per sondare un’intimità così a lungo desiderata. Le mani di lui che toccano i capelli e poi ancora il viso di Farah, lo sguardo carico di desiderio di entrambi. I gesti lenti, delicati, mossi dalla voglia di concedersi il tempo giusto per godersi ogni singolo istante, ogni centimetro del corpo dell’altro, ogni sussulto di piacere, ogni singola molecola dell’odore dei loro corpi.  Fino alla scena finale, quella delle mani che si incrociano per diventare una sola cosa. Ecco, da questo momento Tahir e Farah saranno una sola cosa.
Due vite che diventano una sola, due cuori che sprigioneranno un unico incredibile amore, due intelligenze che si uniranno in unica grande mente.

Insieme, infatti, sono destinati a combattere contro ciò che ha segnato negativamente le loro vite e che ancora può rappresentare un pericolo: il duo AGA&Orhan e il padre di Kerim.
Ecco, io mi aspetto che l’intelligenza di Tahir possa elaborare un piano diabolico per scoperchiare il sodalizio criminale di due persone che incarnano l’egoismo più bieco: AGA e Orhan. Non senza l’aiuto di Farah e di Mehmet. Già perché il destino ha fatto avvicinare sempre di più questi due uomini che non sanno ancora di essere fratelli. Naturalmente noi sappiamo che Farah e Mehmet stanno collaborando, Tahir è però all’oscuro: come reagirà quando lo verrà a sapere? Sarà la reazione che ci saremmo aspettati un tempo da Tahir? Oppure coglierà l’occasione per dimostrare a sè stesso e a Farah di essere cambiato?


Mehmet.. ah Mehmet! Il commissario anaffettivo è terribilmente odioso con Tahir e anche con Bade. Di Tahir si prende gioco alla minima occasione, “Che ne sai tu dell’amore, non sei mai stato amato” gli dice in commissariato con la boria di chi pensa di essere sempre e comunque dalla parte giusta. E si prende gioco anche dei sentimenti di Bade, che maltratta con una superficialità imbarazzante che sembra quasi perfidia. Mehmet, però, ancora non sa che proprio quelle due persone, di cui lui dispone esclusivamente per servirsene per le sue indagini maltrattandole vistosamente, sono le uniche persone al mondo che possono rappresentare per lui l’unica chance di riabilitazione agli affetti. Mehmet è colui che ne uscirà con le ossa più rotte da tutta questa faccenda. Incapace di stabile una qualunque forma di relazione affettiva, rischia di ritrovarsi a dover raccogliere i frammenti di ciò che rimarrà dall’implosione della sua vita in completa solitudine.

Il sodalizio criminale fra Orhan e Aga è giunto al capolinea. I nodi verranno al pettine, ma ciò che brucerà di più sarà dover apprendere che quel sodalizio ha distrutto la famiglia di Tahir e Mehmet.
Ma ci sono altre verità dolorose che verranno a galla. E che riguardano Bekir e Bade. Bekir ha conservato scrupolosamente tutto ciò che gli Akıncı volevano distruggere e che riguarda il duo AGA&Orhan.  Perché lo ha fatto? Che fosse animato da sentimenti non propriamente benevoli nei riguardi dello zio lo abbiamo sempre sospettato, sin dal suo primissimo ingresso nella serie, tanto da supporre che ci fosse il suo zampino dietro l’aggressione ad AGA. Articoli di giornale, documenti, fotografie: tutto ciò che può servire per inchiodare quella famiglia alle sue responsabilità è conservato nell’archivio che Bekir ha realizzato pazientemente nel tempo.
Deve aver avuto un motivo più che valido e che probabilmente ha a che fare con la sua famiglia. E con quel sentimento di ingiustizia cresciuto negli anni, per il trattamento di disparità affettiva, ricevuto dagli zii che hanno sempre e soltanto avuto occhi e cuore per il figlio Kaan. Un’altra giovane vita allevata semplicemente per obbedire ai comandi di AGA.
L’anello di congiunzione fra il passato e il presente è sorprendentemente Gönül che Bekir ha conosciuto da bambino e che oggi, invece, è la sposa Akıncı del cugino. Una scelta che probabilmente servirà ad aprire futuri sviluppi narrativi e che nell’immediato, probabilmente, forse vedrà Gönül giocare un ruolo decisivo per incastrare il duo AGA&Orhan, collegando questo momento narrativo con la lettera che le ha scritto Farah.
Mi ha molto toccata la scena tra Bekir e Gönül, una pagina del racconto inattesa che ci ha colto di sorpresa, proiettandoci improvvisamente e con molta delicatezza nella sfera dei sentimenti intimi di un personaggio sinora restato nell’ombra o comunque tratteggiato con un velo di ambiguità.  Un personaggio che ora non vediamo l’ora di conoscere meglio.
Così come non vediamo l’ora di conoscere il padre di Kerim, vedere cosa farà, come tratterà Farah e Kerimşah. Anche qui mi aspetto che l’intelligenza e il sangue freddo di Tahir elaborino una via d’uscita che da una parte dia una chance di salvezza al piccolo e dall’altra spazzi via ogni eventuale traccia di ambiguità nel passato di Farah.

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10 Comments

  1. Come al solito hai saputo cogliere benissimo anche l’essenza di questa puntata, Ros! Ho aspettato un po’ per commentare perché volevo vederla sottotitolata come si deve. Io ero di quelle che avrebbe voluto le scene d’amore forse più lunghe e appassionate, anche se l’intensità e la partecipazione nei loro occhi c’era tutta. Ora ti posso dire che certi gesti impacciati e di finta ironia anche allo scambio degli anelli ci sta in una coppia che si sta appena avvicinando e scoprendo con un Tahir che ha avuto un’ infanzia ed una giovinezza che rischiavano di farlo diventare una persona anaffettiva. İn questo senso magistrale l’interpretazione di Engin;

    1. Grazie Bruna!!!! Puntata sublime 🙂 anche per il loro modo di scherzare, per la sintonia….belli belli

  2. Brava hai centrato bene l’argomento principale di questa storia ed hai riportato in me delle belle sensazioni, complimenti vedo che anche tu ami questa ste i suoi personaggi. 👏👏☺

    1. Siii …diciamo che amo Engin e tutto quello che fa :- ) Ma questa serie è fatta veramente bene, l’adoro! Grazie per il tuo commento!

  3. Camelia Antonietta

    Molto emozionante rileggere le scene attraverso le tue parole ,le immagini si arricchiscono di particolari e significato come il messaggio sottile di lasciare che una donna prenda decisioni per sé stessa senza essere influenzata dalla volontà dell’ uomo che ha vicino, un msg quasi sempre presente nelle serie che abbiamo seguito di EnginAkyürek , grazie ancora a te Ros che lo hai evidenziato 👏👏👏😘

  4. Che dirti Ros…semplicemente çok tesekkurler… É sempre piu bello riguardare le puntate attraverso le tue parole.

    1. :-))))))))

  5. Ros.. che articolo emozionante! Da pelle d’oca veramente. La scena d’amore che hai descritto è stata persino più sensuale di quello che abbiamo visto che, come hai detto tu, ė stata troppo breve. Grazie !!

    1. 😉 (grazie a te!)

Ros

Giornalista freelance, ghostwriter, content editor, sommelier, mi occupo di uffici stampa e comunicazione. Scrivo, leggo, ascolto musica, divoro film e serie tv. Soprattutto turche. Soprattutto con Engin Akyürek. Il mio sogno? Intervistarlo

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