Yolun Açık Olsun, un viaggio di emozioni dall’inizio alla fine

Ogni lavoro di Engin Akyürek supera in emozioni e bravura quello precedente.
Yolun Açık Olsun ha rispettato appieno o meglio ha superato le aspettative e ci ha catapultato nella sofferenza del capitano Salih. Un viaggio dentro sé stesso e dentro ognuno di noi come solo Engin Akyürek sa fare con le sue storie.

Si può viaggiare in tanti modi, in aereo, in treno, in macchina, ma si può farlo anche in modo differente, leggendo un libro, ascoltando una canzone, guardando un film…se poi  indossi le cuffie e fai partire la musica di “Abi de Sen Bana ” di Toygar Işıklı sei già  in macchina con Kerim e Salih (dietro come la pernice…morta🤣🤣).

Ascolta Abi de Sen Bana

Yolun Açık Olsun è un viaggio di emozioni dall’inizio alla fine, tanto da averci lasciate tutte attonite, incapaci anche solo di commentare le emozioni provate. Un film delicato, dolce, poetico pur affrontando un tema duro come la guerra e le sue conseguenze nel fisico e nell’animo di chi l’ha vissuta sulla propria pelle. Il tutto reso più leggero da un filo d’ironia che strapperà ora un sorriso ora una fragorosa risata, grazie anche alla bella sintonia che c’è tra Engin Akyürek e Tolga Saritaş. Sicuramente non riuscirò a descrivere tutte le emozioni provate, forse sono troppe (ogni scena è degna di commento), mi soffermerò su quelle che hanno avuto maggiore impatto su di me.

Già dalle prime scene si può capire il dramma del capitano Salih, mentre si prepara a indossare la sua protesi: una lenta azione quotidiana che si svolge nella penombra della casa. Meticoloso nel lucidare le scarpe, mentre riaffiorano i ricordi di battaglie veloci concitate e improvvise, Salih appare come un personaggio abbastanza cupo, triste e rabbioso in netto contrasto con Kerim, che invece sembra sereno, allegro, spensierato e ironico. Eppure, insieme hanno una sintonia perfetta, che solo una bella amicizia può creare e che non finirà qualsiasi cosa possa accadere.

Insieme si preparano ad andare a fermare un matrimonio: quello di Elif, l’amata di Kerim. Ci andranno con la vecchia e preziosa macchina del capitano a cui sono legati ricordi dolorosi che non vuole lasciare andare.
Un piccolo inconveniente e Salih si ritrova tra le mani la chiave dell’autore spezzata: non ho ancora capito il perché di quella chiave spezzata e del significato che si è  voluto dare, ma la macchina non potrà  essere spenta fino a che un meccanico con lo stesso problema di Salih non riparerà  il guasto. Intanto la scena ha risvegliato un mio ricordo… i versi di una canzone di De Crescenzo: “Non mi aspettavo che tu restassi dentro di me come una chiave spezzata nel centro dell’anima”, dedicati ad una persona cara.

Se lo scopo di un film è coinvolgere lo spettatore, questo film c’è riuscito alla grande e non nego che durante la visione ho dovuto fare delle pause.

Si intuisce quasi subito che questo viaggio non sarà quello immaginato durante l attesa del film, tipo un’avventura o qualcosa di più leggero. E vedere Kerim, solo in quel campo di grano, guardare Salih da lontano, accarezzato da un soffio di vento con un velo di tristezza negli occhi, diventa una conferma. Quella scena ha riportato alla mente i Campi Elisi dell’antica mitologia greca, dove dimoravano le anime degne di pace.


Una pace e una poesia che ritrovo durante lo Zeybek di Kerim, sulle note di “Kerimoğlu Zeybeği” di Sümer Ezgü , trasmesso alla radio mentre i soldati riposano sulle montagne. Kerim, sotto lo sguardo compiaciuto ( e fighissimo😎) del capitano Salih, è illuminato alle spalle dal sole che cala, i movimenti lenti e fieri di una danza che ho imparato man mano a conoscere e apprezzare, che Kerim avrebbe dedicato alla sua sposa Elif una volta tornato a casa.

Ma di lì a poco qualcosa di terribile sarebbe accaduto, avrebbe cambiato la vita di Salih: Kerim perde la vita mentre Salih si ritrova mutilato nel corpo e nell’animo, incapace di reagire al dolore…

Come non notare i suoi sguardi rivolti alla bimba che gioca in strada, l’occhio buttato ai fenicotteri a riposo su una zampa sola apparsi in tv e la voce del telecronista che esalta il gol fatto da un calciatore con il suo piede sinistro?
Episodi dolorosi per Salih, sottolineati solo dalle espressioni di Engin Akyürek senza bisogno di battuta.  Lo sguardo che Salih rivolge ai clienti presenti nel ristorante, presi dalle loro conversazioni nonostante la tv passi la notizia dei funerali di 4 soldati (forse in una di quelle bare c’è il corpo di Kerim), con i feretri coperti dalla bandiera tra la folla: Salih è allo stesso tempo incredulo e rassegnato. Una rassegnazione che ha già espresso quando parla del suo abbonamento gratuito da veterano. Quante volte anche noi ‘civili’ siamo rimasti indifferenti davanti a queste notizie, quasi ‘abituati’ alla morte dei soldati in guerra? Non continuiamo anche noi le nostre vite?

Tanti sono gli spunti di riflessione che offre questo film: amore, amicizia, rinascita, non avrei potuto esaurirli tutti. E non volevo nemmeno farlo, ho esposto solo una parte delle mie riflessioni, ma voglio lasciare queste domande aperte perché questo non è un film di guerra ma un film che ci interroga sulla guerra: tante guerre non sono mai finite, perché la perdita di tante giovani vite ha cambiato la storia di uomini e di famiglie.
Non sapremo mai che svolta avrebbero dato alla società quelle vite andate perse.
La storia ci insegna che basta un solo uomo a cambiare le sorti di una nazione e di conseguenze del mondo intero.

Melina

9 risposte a “Yolun Açık Olsun, un viaggio di emozioni dall’inizio alla fine”

  1. Carissima Melina, hai saputo dipanare con sentimento e maestria il coacervo di emozioni che la visione di Yolun Açık olsun ha suscitato in noi! Mi sono trovata anch’io a ripercorre le fasi salienti del film su cui vale la pena di soffermarsi per riflettere sugli effetti che la guerra produce. La guerra che oltre che infliggere mutilazioni, a chi sul campo la vive, influisce profondamente sulla psiche delle persone. Nulla sarà come prima per un soldato che la prova sulla propria pelle, nulla sarà come prima per una famiglia che perde un proprio caro in guerra. Hai ragione, sarà successo anche a noi di sentire bollettini di guerra dove si parla di morti e feriti in maniera asettica, dimenticandosi che dietro ci sono e c’erano persone con i loro sogni, le loro speranze…Che cosa insensata sono i conflitti armati innescati da individui che si conoscono bene e in cui si affrontano e muoiono persone che non si conoscono affatto e magari ipoteticamente si sarebbero potuti incontrare e diventare amici, in un’altra situazione!!
    İn battaglia un tuo sbaglio può costare la vita ad un amico. E questa cosa ti segnerà per sempre . E’ anche questo il dramma vissuto nell’animo lacerato di Salih che l’interpretazione di Engin ci rappresenta in tutta la sua intensità… grazie Melina, potrei continuare per ore, come per ore ascolto Keklik gibi interpretato stupendamente da Tolga Sarıtaş e le altre musiche del film, compresa See you che così bene accompagna la scena dei tentativi disperati della moglie di riportare il capitano Salih alla vita! Ne discuteremo di sicuro ancora. È questo il prodigio che compie Engin con la sua recitazione!

  2. Grazie Melina per le tue parole su questo ennesimo gioiello di Engin. Un film che ho visto una prima volta tutto di un fiato solo perchè il protagonista era Engin e poi l ho riguardato proprio perchè il tema trattato del quale se ne parla veramente poco è stato magistralmente interpretato da Engin e non mi stancherò mai di dirlo dai suoi occhi che ti provocano scossoni che nessuno riesce. Noi magari possiamo essere di parte perche amiamo Engin ma oggettivamente io penso che quest’attore/uomo sia veramente speciale e merita tanto riconoscimento per la sua arte.

  3. Melina sei stata grande nel risvegliare i ricordi di quando abbiamo visto quel film. Salih con i suoi ricordi tristi e Kerim con la sua allegria insieme ci hanno dato tante emozioni, un film intenso ma tanto delicato per il racconto. Ci fa riflettere come le guerre distruggono le aspettative di vite umane .Grazie

  4. Adoro questo nostro mettere in circolo emozioni, riflessioni, pensieri che i lavori di Engin Akyürek suscitano. E’ un modo per accorciare le distanze fra di noi, ma anche di prolungare, a pensarci bene, la durata stessa di un film o di una serie ben oltre l’ultima scena. Al di là di tutto mi piacerebbe che Engin sapesse un giorno cosa è in grado di suscitare con i suoi lavori. Non è un cosa che avviene sempre e per chiunque, per lui accade. Perchè è un grande, come pochi. Melina del mio cuor, sei bravissima, questa tua analisi mi è piaciuta particolarmente perchè oltre alla scrittura pulita e scorrevole, piacevolissima, ci ha permesso di entrare un pochino dentro di te, nella tua vita. Per cui doppiamente grazie 🙏

  5. Tema difficile quello della sindrome post-traumatica da stress, ostico e scottante, al quale il nostro amato Engin non si è sottratto con un’interpretazione magistrale., percorrendo una strada impervia, con un ruolo difficile e per niente scontato, affiancato da un’ eccezionale spalla ,Tolga Saritaş, per me incredibile scoperta.
    Grazie Melina per le fantastiche considerazioni 👏👏👏

  6. Grazie Edda 😘 hai ragione riguardo al ruolo della moglie per quanto riguarda la storia e il percorso di Salih , la mia intenzione era raccontare le mie emozione anche sulle scene meno evidenti durate pochi secondi diciamo i dettagli che Engin sa dare alla sua recitazione .

  7. Bravissima Melina. Molto intensa la tua analisi, i passi che ripercorri in questa storia aprono la mente al ricordo di immagini e panorami bellissimi carichi di malinconia e tristezza. Un film intenso fatto molto bene, ripetitivo dire che la recitazione di Engin è sempre straordinaria. Tolga Saritas a me sconosciuto in quanto recitazione, mi ha piacevolmente colpita. Impossibile non provare simpatia e tenerezza verso questo ragazzo. Ma voglio ricordare il ruolo della moglie in questa vicenda, la sua abnegazione verso il marito, ma allo stesso tempo determinata a farlo rinascere. Sono convinta che questo tipo di amore sia un forte antidoto allo sconforto, alla resa nei confronti di eventi tragici della vita, sia lo stimolo più potente per ritornare a vivere. La mia sensazione è che non si sia parlato di questo di questo film nella misura che avrebbe meritato. Uno dei tanti gioiellini che appartengono alla lista dei lavori di Engin.

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