Engin dunque ci ha portato un passettino alla volta dalla parte di Kerim, ci ha mostrato qualcosa in più di questo ragazzo, qualcosa di più autentico e vero. E ora proviamo empatia.
Questa capacità di “mettersi nei panni dell’altro” ti porta ad entrare in connessione con gli altri, senza pregiudizi, comprendendone lo stato d’animo. In psicologia il termine empatia identifica l’abilità di stabilire un contatto emotivo con gli altri, attraverso la comunicazione verbale e non verbale, e di generare un atteggiamento di accettazione.
L’empatia, dunque, si potrebbe definire quello stato di grazia che ti fa ascoltare veramente, senza giudicare, e ti fa capire le vere emozioni e i veri sentimenti di un’altra persona.
Ed è esattamente quello che riesce a fare Engin Akyürek con Kerim e con noi.
Ed è grazie a questo suo lavoro sul personaggio, che cominciamo a guardare Kerim non più con sospetto, con distacco, con disapprovazione, per quanto di ignobile è accaduto. Cominciamo piano piano a metterci al suo posto. A entrare nel suo animo e a guardare le cose dalla sua prospettiva. O a cominciare, quantomeno, a farlo.
È il miracolo che compie Engin Akyürek con i suoi personaggi.
Ora, davanti alla solitudine di Kerim ci sentiamo disarmati. Le barriere iniziano a cadere, siamo disposti a capire e ad accettarlo.
In questo episodio, inoltre, Engin inizia a compiere una piccola grande rivoluzione, finalmente Kerim non ci appare più un giovane incapace di reagire, passivo rispetto agli eventi che hanno travolto lui e Fatmagül, che subisce ciò che altri hanno deciso per lui.
Certo non ricorda, certo è confuso, certo sappiamo che il suo sì significa altro ….ogni tessera comincia ad andare al suo posto. Ma in questo quinto episodio conosciamo un altro lato del carattere di Kerim.
Il ragazzo quando ama ha carattere.
Lo dimostra quando, dopo il matrimonio, al telefono con Meryem apprende dell’aggressione di Mustafa a casa della sua abla. Noi ancora non lo sappiamo, ma quella sua reazione è un piccolo assaggio di ciò che Kerim mostrerà di poter fare, quando ama.
Emblematico il contrasto fra la calma apparente della stanza in cui si trova Meryem e il subbuglio, il trambusto, il tumulto interiore in cui sono stati catapultati Kerim e Fatmagül…
…simboleggiati anche dal vento (che scompiglia in maniera adorabile i suoi capelli…).
Kerim è pronto a tornare, a correre il rischio di farsi uccidere da Mustafa, a ucciderlo o farsi uccidere, non gli importa, se la vita della sua abla è in pericolo.
C’è solo una persona che potrebbe impedirgli di fare questa sciocchezza. Lui ancora non lo sa. Lo apprende nel momento stesso in cui Fatmagül gli dice: “Non andare. Andiamo a Istanbul”.
Una scena simile, si ripeterà più avanti, quando Fatmagül per la prima volta pronuncerà il suo nome. E qui, come in quella scena, il viso di Engin/Kerim è puro spettacolo. Non risponde, non parla, a parlare è solo il viso. D’altronde questa è la serie per eccellenza delle lunghe sequenze senza dialogo, in cui Engin Akyürek è perfettamente a suo agio, è decisamente nel suo mondo espressivo.
Sta correndo via, ma si ferma. Immobile. Si volta. Incredulo, guarda Fatmagül. Gli occhi di Kerim sono un concentrato di perchè.
Al di là dei perchè, però, Kerim non può andare via. Quella voce che non si aspettava di sentire, quella frase rivolta a lui, ha il sapore della consapevolezza. La voce di Fatmagül , il suo invito, sono una richiesta che non può essere ignorata. No, non può abbandonarla. No, non può lasciarla. Kerim ha preso un impegno, deve portarla via da lì. Lontano da Mustafa.
Deve darle una chance.
E senza rendersene nemmeno conto si ritrova a difenderla selvaggiamente dalla dabbenaggine di Vural e degli altri compagni di merenda, sulla barca dove Kerim li ha voluti incontrare. Ancora non ne è consapevole, e non lo siamo nemmeno noi, ma forse qualcosa di infinatamente piccolo è già germinato.
Ma in questo momento – emblematico quel “nefret ediyorum” ripetuto tre volte – l’unico sentimento che può albergare nel suo cuore e nel cuore di chiunque è solo l’odio. Per sè stesso e per chi ha davanti a sè in questo momento. Per chi gli ha capovolto l’esistenza. Per chi è palesemente incurante della sofferenza che è stata generata.
Quella pausa per ingoiare, per trovare le parole giuste, per indirizzare meglio la sua rabbia, rende così credibile Kerim:”Ogni volta che mi guarda (Fatmagül), mi ricorda quella dannata notte”.
Poi, davanti alla stupidità di Vural, alla sua aria di sfida e superficialità che in realtà camuffano altro, scopriremo, Kerim si scaglia con tutta la rabbia che ha in corpo: “Ti uccido!”. Una rabbia, che per ora, esprime con quel “nefret ediyorum” ripetuto tre volte.
E Kerim si ritrova ancora più solo.
Adoro questa sequenza, una scena quasi caravaggesca, con quell’unico fascio di luce a squarciare il buio.
Una luce che però non è di speranza, ancora, ma mette ancora di più in risalto il buio della disperazione. E della solitudine.
Una scena che stringe il cuore. E crea ancora più empatia col personaggio.
Alla prossima 😊
Ros
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[…] Il tempo dell’odio, Kerim e le scene clou/5 […]
Anche Fatmagül rimane sorpresa dalla reazione decisa di Kerim,che finora è stata di accettazione, disposto a tutto per difendere Meryem da Mustafà e allo stesso modo anche lei si mostra decisa a difendere quello che per il momento resta il suo amore, fermando Kerim.Entrambi sanno amare oltre ogni cosa …lo scopriranno insieme e noi con loro . Bello rivedere queste scene insieme : del vento avevo pensato :ma che ci fanno all’ aperto con questo tempaccio 🤣🤣🤦♀️ ma tu gli hai dato una lettura 😘🥰
🤣 😘
Sto vedendo adesso Fatmagul dopo aver conosciuto Engin prima con Omer poi con Sancar ed essermi persa nella sua immensa bravura. Ma se avessi conosciuto Engin con Kerim sarebbe stato lo stesso assolutamente perchè anzi trovo che l’espressività di Engin qui è ancora più forte. Ci sono scene che lui descrive solo con la sua espressività con quegli occhi meravigliosi che sono lo specchio della sua anima senza bisogno di parole noi spettatori proviamo esattamente ciò che lui prova. Grazie Ros per le tue bellissime descrizioni. Alla prossima
Sai che anche io ho conosciuto Kerim dopo Ömer? E devo dirti (come ho già raccontato in precedenza) che la prima volta che ho visto Fatmagül, forse proprio perchè avevo la testa piena di Ömer, non l’ho apprezzata come merita. Ho dovuto rivederla, dopo tempo, per la seconda volta per innamorarmene perdutamente.
Ros che dire nel leggere le tue descrizione e vedere le scene clou io mi emoziono ancora di più che vedere la serie .Perché più nel profondo descrivi cosa Engin vuole sottolineare tra sguardi e mimica del volto tutto quel che Kerim nel bene e nel male sta passando grazie, alla prossima
Beh da grande ammiratrice di quest’uomo qui, è un complimento supendo. Grazie Tina❤️️
Vivere il rimorso sarà un percorso difficile e tormenato, sarà un pugnale puntato sul petto e sempre presente. Ma Kerim è pronto ad assumersi le proprie responsabilità e riscattare le sue colpe. Molto bello il passaggio dove indichi l’empatia come uno stato di grazia. Andare oltre l’ovvio ed entrare nei sentimenti dell’altro. E’ uno tra i sentimenti più belli.
🙏😘
[…] Il tempo dell’odio, Kerim e le scene clou/5 […]
In questa scena c’è un filo che unisce gli sguardi sinceri di Kerim e Fatmagul, in mezzo quello di Mukkades che osserva, indaga, qualcosa le sta già sfuggendo di mano …la sua menzogna e il suo doppiogiochismo saranno un bumerang che sta già roteando sulla sua testa.
Alla prossima Ros 🙏
Che bella sottolineatura, verissimo Ale i loro sguardi, nel bene o nel male, son sempre sinceri. Alla prossima Ale 😘
Meraviglioso questo tuo ripercorrere tutte le scene più toccanti e significative di questa serie in cui il dramma interiore vissuto da Kerim si palesa in tutta la sua intensità grazie la recitazione magica di Engin! I suoi occhi, I suoi gesti prima che le parole lo testimoniano. La sua presa di conoscenza lo vede prendersi carico dei problemi enormi da cui è investito e da cui non si vuole sottrarre. Impossibile non provare empatia ancor di più nella giornata odierna quando il nostro amato EnginAkyürek, nel ringraziarci per i contributi dati allUnicef Turchia, ci dice come sia importante per lui che le ragazze si possano prendere consapevolezza di sé e raggiungere gli obiettivi che si prefiggono nel raggiungimento della parità di genere! “Se le ragazze hanno il potere possono cambiare il mondo” Vivremo in un mondo migliore! Questo è il anche il messaggio di che Fatmagul ci manda!
Eh già questa serie è un portento anche per questo. Grazie Bruna😘