In questo ottavo episodio di Fatmagül ün suçu ne assistiamo alla rabbia di Kerim, che cresce ed esplode in più occasioni. D’altronde è difficilissimo conservare il fair play e rimanere impassibili quando tutto si scatena contro di te. Mustafa lo ha rintracciato, Mukkades è decisamente insopportabile, Meryem non perde occasione per sottoporlo ai suoi interrogatori: ogni possibile spunto è benzina per l’abla che in cuor suo sa, vuol credere, che Kerim non ha potuto commettere una simile nefandezza.
Ma chi lo farà arrabbiare di più sarà, paradossalmente, proprio Fatmagül.
In realtà, non sorprenda questa reazione. La rabbia è la risposta all’impotenza, la barriera alla propria vulnerabilità, la difesa con cui provare a schermare le proprie debolezze. E la persona che più di tutte può mettere a nudo la vulnerabilità di Kerim è certamente Fatmagül.
Lei per due volte andrà a trovarlo nel capanno per parlargli, per dirgli di andar via, per invitarlo a farlo subito. E lo farà con una crudezza che spazza via ogni possibile speranza: “Odio vederti ogni giorno e respirare la tua stessa aria”.
Kerim e Fatmagül si guardano in cagnesco; negli occhi di lei quell’odio che pronuncia con le parole si legge tutto; lui sbraita, reagisce, sbatte, va via.
E’ come se ci fosse una bolla di odio a circondare Kerim, una bolla che lo isola dal resto degli abitanti della casa. Come se Kerim vivesse una sua vita parallela, preso com’è dalla necessità di fuggire via da tutti e da tutto. Dalla realtà che lo circonda.
La quotidianità
Intanto, la vita di questa nuova “famiglia” che sta prendendo forma scivola in una quotidianità in cui giocofòrza ci si impara a conoscere. Si prendono le misure, si prova a familiarizzare, mentre tutti sono impegnati a rendere la casa più degna di tale nome.
Si apprendono anche dettagli ignoti, come il suicidio della mamma di Kerim: un fatto tragico che toccherebbe le corde del dolore intimo di chiunque, nel processo empatico, necessario a relazionarsi con l’altro. Ma non di Fatmagül. Che, anzi, non perde occasione per rendere più alto quel muro con cui vuole tenere lontano Kerim: “Non voglio sapere nulla di quell’idiota”.
E non la si può biasimare, naturalmente.
Una quotidianità, dunque, che si comincia a costruire mattoncino su mattoncino, da cui però (ed è da subito evidente) Kerim è tagliato fuori.
Questa scena ce lo fa capire subito. È sera, piove, Kerim è tornato dai suoi giri (ha incontrato Münir a cui ha chiesto una mano per andare all’estero, apprendendo che Mustafa lavora per gli Yaşaran), si avvicina a passi lenti alla casa, dalla finestra intravede Fatmagül.
Lei è seduta a tavola con gli altri, stanno cenando. Un momento di intimità familiare, quasi, che sono riusciuti comunque a creare, che lui osserva da fuori. Da lontano. Ed è esattamente quello che gli sarà consentito fare, guardarla da lontano: guardare da lontano la tristezza di Fatmagül sarà come un veleno che continuerà a ucciderlo lentamente. È la pena per aver derubato questa ragazza della sua spensierata felicità.
Il buio, il crepitìo della pioggia, le foglie bagnate, l’unica rosa che si intravede in un giardino incolto di fine estate, amplificano la sensazione di solitudine che ha invaso, ancora una volta, il cuore di Kerim.
Inutile sottolineare la bravura della regia, che si coglie spesso in scene apparentemente insignificanti, come potrebbe sembrare questa. In realtà questa breve scena è una di quelle tessere che costruiscono il mosaico del processo empatico al quale siamo chiamati mentre osserviamo. La macchina da presa riprende ora il viso di lui, ora il viso di lei, nel buio della sera e nel freddo che quasi percepiamo col rumore bianco della pioggia sulla strada e noi, di qua, avvertiamo forte il bisogno di abbracciare Kerim.
Lui dorme altrove, nel capanno freddo separato dal resto della casa, fa la doccia nel cuore della notte (con Mukkades enfant terrible che lo spia dal buco della serratura 😕); in silenzio si aggira come un ladro tra le stanze silenziose, quasi a voler essere trasparente, quasi a non far percepire la sua presenza, soprattutto da Fatmagül.
Ed è nel cuore della notte che Kerim mette al corrente Meryem di Mustafa che ha preso il suo numero di telefono da Münir e, soprattutto, che ha cominciato a lavorare per gli Yaşaran….
(che dire, poi, di quei capelli bagnati, di quella faccia arrabbiata e di quella maglietta bianca? 🔥)
Lei li sta ascoltando dall’altra stanza. Si farà coraggio, l’indomani, ancora una volta, per parlare a Kerim. Lo raggiungerà ancora una volta nel capanno, per dirgli ancora una volta di andar via. Per un motivo in più questa volta: impedire a Mustafa, che lo troverà e lo ucciderà, di diventare un assassino per colpa sua, “macchiandosi le mani col tuo sangue sporco…”.
Davanti a queste parole Kerim ha una reazione che spiazza, di sicuro ha spiazzato la sottoscritta.
Ma spiazza anche Fatmagül. Kerim reagisce alle parole venefiche di Fatmagül spiegando con acutezza spietata l’irragionevolezza dei sentimenti di lei, di ciò che prova lei per Mustafa. Fatmagül ovviamente reagirà malissimo.
La reazione di Kerim spiazza perché al suo posto, chiunque, avrebbe reagito diversamente, avrebbe girato le spalle per andare via o al massimo avrebbe risposto a muso duro e basta. Invece Kerim, inaspettatamente, decide di vestire i panni del grillo parlante, decide di sostituirsi alla coscienza di Fatmagül che non riesce ancora a valutare obiettivamente il comportamento di Mustafa. Non riesce ancora a guardare lucidamente i fatti.
Le parole di Kerim sono un lama affilata nella carne viva: “Mi stai implorando per lui adesso? Piangi per lui? Lui non ti ama quanto tu ami lui. Ti ha voltato le spalle, vuole trovarti perché pensa che lo hai tradito. L’uomo che non ha mosso un dito per te, ora vuole diventare un assassino solo per salvare il suo onore. Il tuo Mustafa è un egoista”.
E’ troppo. E’ troppo per una ragazza che è stata scippata dei suoi sogni. E’ troppo per una ragazza che è ancora dentro ai ricordi di un amore che avrebbe desiderato vivere.
Lei gli lancia qualcosa addosso e gli augura di morire, Kerim la insegue arrabbiatissimo mentre lei corre via…sarà Rahmi, il dolce abi, a fermarlo, a calmarlo con la semplicità del suo cuore: “Non urlare con lei, non arrabbiarti con lei…non farla piangere…”.
Proprio questa, però, pur nella rudezza dei modi, è una delle prime occasioni in cui Kerim si mostra a Fatmagül per quello che è, senza infingimenti, senza falsità, senza filtri. Apre una breccia, forse anche senza volerlo, mostrando con schiettezza la preoccupazione che nutre per lei, con un ragionamento lucido, rude, ma onesto. Si apre a Fatmagül permettendole piano piano di conoscere che persona è.
Permettendo anche a noi che guardiamo di conoscerlo un po’ di più.
Alla prossima 😊
Ros
Bölüm precedente 👇
Grazie sempre Ros. Le tue disamine sono una meraviglia per chi legge. Queste sono le puntate dove io amo sempre piu kerim perchè sempre al netto dello schifo di quella notte lui sta pagando un prezzo molto alto ( non lo paragono certo a Fatmagul) , il vederlo isolato dietro quella finestra estraneo, attaccato da ogni parte da Fatmagul che con le parole lo uccide volta per volta ti fa provare empatia; e in questa puntata ho amato tanto il suo atto di orgoglio quando risponde a Fatmagul e le mette davanti la verità su Mustafà che è stato il primo ad abbandonarla!!!!
Stupenda serie con Engin sempre sul pezzo…Amo questo attore sempre piu
Mi fa piacere Maria Rosa, e ti ringrazio! Questa serie è così ricca di sfaccettature e così intensa!
Rivedo con piacere ogni puntata dopo aver letto le tue analisi anche se non ho mai smesso di rivedere FatmagülünSücüNe 🤦♀️, le prime puntate sono davvero emozionanti, scoprire come Kerim riesce ad aprire un varco nella corazza di Fatmagül mi ha incuriosita da subito e credo che con quel suo scatto di rabbia ci sia riuscito: è come se avesse aperto gli occhi di Fatmagül su Mustafà, dicendole che lui agisce per difendere il suo onore più che il loro amore e nello stesso tempo la lealtà con cui ha accettato di difenderla da quello che in qualche modo lui stesso ha provocato, in cuor suo Fatmagül sente la sincerità di Kerim ma ancora non riesce ad accettarla .Grazie Ros doppiamente per quello che fai 😘
Grazie Anto, davvero. Onorata ❤️
Cara Ros, le tue recensioni non solo mi fanno ripercorrere con il cuore in mano una serie che tutte abbiamo amato ed in cui Engin ha dato tutto sé stesso al personaggio di Kerim. Fanno sì anche che mi soffermi sulle sfaccettature di qualche scena che con il tempo si erano sbiadite! Grazie per il voler riproporre queste riflessioni collettive : a questo punto con piacere e commozione mi rivedrò questo capolavoro!
Ah che piacere apprendere di essere motivo per un altro rewatch 😍
Finalmente assisto a ciò che vorrei vedere da tempo: un moto di orgoglioso riscatto. Amo la dolcezza e il senso di giustizia di Kerim ma ancor di più il ragazzo che all’occorrenza risponde e solleva la testa alla ricerca di ossigeno, per non annaspare e sprofondare tra le sabbie mobili dei suoi sensi di colpa, dimostrando di avere carattere. Mi stupisce e incuriosisce per quello che mi aspetto di vedere in futuro…intravedo un uomo tutt’altro che remissivo e spaventato, ma semplicemente bisognoso dei suoi tempi di reazione.
Grazie Ros 😘
Proprio così, tutt’altro che remissivo….Grazie a te Ale