Engin Akyürek Adım Farah

Riflessioni, certezze e speranze sulla seconda stagione
della serie con Engin Akyürek e Demet Özdemir

L’abbiamo invocata, attesa, desiderata, agognata e ormai ci siamo: mercoledì 27 settembre andrà in onda il primo episodio della seconda stagione di Adım Farah. Sono certa che godremo di una nuova stagione intensa e profonda, nel racconto del percorso tortuoso che Tahir e Farah saranno chiamati a intraprendere. Un percorso difficile, molto difficile, che metterà alla prova la determinazione dei personaggi, il loro coraggio, e che farà emergere ancora meglio il loro carattere, la loro personalità, il loro temperamento.
Un percorso, insomma, costellato di prove e difficoltà che Tahir e Farah dovranno affrontare come individui singoli, prima ancora che come coppia.

Un cammino nel quale entrambi saranno chiamati a dare nuovamente alla luce sé stessi, per diventare un nuovo qualcuno, trasformandosi in ciò che scopriranno di poter essere, portando all’estremo le proprie capacità o addirittura scoprendo una forza interiore inaspettata pur di difendere coi denti la propria identità insieme a quel “giardino in fiore”, quella “primavera” che aveva fatto fiorire in entrambi il desiderio di donarsi con generosità all’altro. Quella stagione sconosciuta fino ad allora a Tahir, che Farah ha potuto rivivere con una nuova delicata intensità, e che per entrambi ha significato vita da respirare. L’amore come ossigeno, aria, acqua. E se non c’è vita senza questi elementi, e se l’amore è tutto questo, e se loro lo hanno conosciuto, toccato, vissuto, allora faranno di tutto per riprenderselo.

Ecco, io personalmente guardo con questi occhiali la “trasformazione” – che di fatto trasformazione non è – di Farah.  
Farah è stata ad un passo dalla felicità. Anzi ci aveva appena messo i piedi – assaporando per la prima volta la bellezza di un sentimento totalizzante che però non era prevaricazione, possesso, ossessione, ma anzi attingeva al vocabolario delle parole belle quali rispetto, dedizione, incoraggiamento, empatia, completo dono di sé all’altro – mentre ora si ritrova nuovamente catapultata in quel mondo da cui era scappata.
Ma Farah non starà a guardare.
Questa donna forte, fortissima, ha già dimostrato di non essere il tipo da aspettare che gli eventi accadano. Non lo ha fatto prima, non lo farà neanche adesso.
Aspetterà il momento giusto per entrare in azione. Ci vuole coraggio per fingersi altra persona accanto al nemico, coraggio per attendere il momento giusto, coraggio per riprendersi ciò che le è stato scippato. Io sono certa che lo farà. Nel teaser, d’altronde, la sentiamo urlare: “Non sai di che natura sono fatta!”.
Dal secondo teaser abbiamo capito anche un altro dettaglio importantissimo, e cioè che Kerimşah è guarito, grazie a Benham: che è il dovere di un padre, intendiamoci. Non sembri superflua questa mia sottolineatura, perché sono certa che Benham utilizzerà questa argomentazione come manette per tenere legata Farah alla sua vita, per imprigionarla in un mondo da cui lei è distante, molto distante. Ricordiamo che Farah aveva ricominciato a lavorare, a vivere finalmente ciò che aveva sempre sognato: essere una professionista, un medico, affermarsi con il proprio lavoro. Rinuncerà a tutto questo?

Epperò la guarigione di Kerimşah è un avvenimento importantissimo, dirimente, perché più dell’amore, più del suo lavoro come medico, Farah ha sempre sognato di poter vedere guarire suo figlio. Per questo obiettivo ha già affrontato di tutto, come sappiamo.
La guarigione del piccolo, dunque, metterà Farah nella condizione di sentirsi in debito verso Benham? Verso questo mostro umano che lei – giustamente – chiama “demone”?
Probabilissimo.
Le madri sono disposte a fare di tutto per i propri figli.
Anche mentire a sé stesse. Fingere. Fingere col mondo intero. Fingere di vivere una vita a cui non si appartiene.  O peggio ancora, convincersi di essere un’altra persona, nel tentativo disperato di reggere un equilibrio precario.
Non sappiamo a quali di queste condizioni arriverà Farah, ma sentirle pronunciare quelle frasi è stato un pugno nello stomaco, per Tahir e per noi: “Kerimsha è guarito grazie a Behnam, non siamo mai stati felici come lo siamo adesso. È finita Tahir, dimenticami come io ho dimenticato te”.
Quanto sono vere queste parole? Quanto sono invece dettate dalla necessità di sopravvivere? Quanto sono il frutto di un meccanismo piscologico di autodifesa e di difesa del figlio?
O quanto invece nascondano il tentativo di Farah di proteggere Tahir?
Farah conosce bene la spietatezza di Benham, la sua perfida cattiveria, che abbiamo già percepito con chiarezza nei due teaser. Farah sa che non si fermerà davanti a niente, sa che potrebbe uccidere Tahir.
Anche la forza di una donna profondamente innamorata può non conoscere limiti.

Amo molto il personaggio di Farah, interpretato da Demet Özdemir, questa donna forte, fortissima, ma fragile al tempo stesso. Ed è proprio la coesistenza di questi due aspetti a rendere Farah incredibilmente vera e affascinante. Quante Farah ci sono nel mondo? Tante, disposte al sacrificio per i propri figli, costrette a rinnegare la propria identità, a fingere una vita a cui sentono di non appartenere, intrappolate dai lacci culturali spesso troppo stretti, di ogni latitudine. Tante che lottano per l’affermazione della propria identità, delle proprie ambizioni, per il diritto a dire di no, per il diritto a cercare da sé la propria strada nel mondo. E di vivere l’amore in una dimensione di rispetto e di parità. Troppo poche, purtroppo, quelle a cui è consentito farcela. Vincere.
Farah allora potrebbe essere l’eroina di questa storia, una donna che salva sé stessa e anche il suo uomo. Una donna che potrebbe apparire fragile, che stia rinunciando, assecondando un destino particolarmente cattivo, ma che in realtà è qualcosa di totalmente diverso. È il felino in attesa di agguantare – al momento giusto – la sua preda, il ghepardo che organizza con calma e precisione la sua battuta di caccia, che attende anche ore osservando la propria preda prima di partire all’attacco. Mi piacerebbe molto questo tipo di evoluzione.

Farah, dunque, dirà a Tahir che è finita.
Nella prima stagione c’è stato un altro momento in cui Farah ha allontanato Tahir, quando Kerim ha rischiato di morire nella corsia dell’ospedale, dove Mehmet accecato dalla rabbia aveva condotto “Sado” provocando l’inevitabile scontro.
Tahir reagirà, ora, allo stesso modo di allora?
In ospedale Tahir comprende che non può esserci posto per lui nella vita di Farah e Kerimşah
Alle parole – dure e dolorose- di Farah che lo caccia via, Tahir reagisce con compostezza e rispetto della volontà di Farah, rassegnandosi ad un destino che ancora una volta lo ha portato dalla parte sbagliata. Non solo, il senso di colpa per aver messo a repentaglio la vita del piccolo, che ama come non avrebbe mai immaginato di poter amare, lo porta a meditare il gesto estremo, a premere quel grilletto, salvato in extremis paradossalmente da Mehmet.
Responsabile di quanto era successo in ospedale, così come è responsabile di tutti i guai che sono successi a Farah.
Se Mehmet non  si fosse incaponito in maniera così ossessiva, l’Iran non avrebbe mai saputo che Farah era in Turchia e se non avesse convinto Farah a mettere la microspia nello studio di Ali Galip, quest’ultimo non avrebbe chiamato il mostro per  vendicarsi, dicendogli di suo figlio.
Mehmet è  il responsabile dell’inferno nel quale è stata scaraventata Farah.
Certo, anche Tahir ha contribuito a svegliare il cane dormiente, ma lo ha fatto come ultimo gesto per salvare Kerimşah, dopo la morte del donatore.
Ma se lo conosciamo bene, Tahir si sentirà in colpa anche questa volta.
Ecco, dinanzi a queste parole di Farah, come reagirà Tahir? Come gestirà il suo senso di colpa? Si farà da parte, ancora una volta?
Ma dalla scena dell’ospedale alle parole di oggi sono successe tante, troppe, cose.
Farah ha messo il suo cuore nelle mani di Tahir, raccontandogli dell’inferno insieme a quell’uomo, l’inferno da cui era scappata. Tahir non può aver dimenticato il terrore negli occhi di Farah alla sola idea che Benham potesse tornare. Non lo ha dimenticato. Non ha dimenticato la paura nella sua voce, l’angoscia di poter rivivere di nuovo quello che aveva vissuto.
Tahir non ha dimenticato. E per questo che farà di tutto per ritrovarla.
E per questo che, secondo me, non crederà alle sue parole.

Tahir ha imparato a conoscerla? Sì
Conosce il valore di questa donna? Sì
Sa che per proteggere qualcuno farebbe di tutto? Si
Capirà che Farah vuol proteggerlo? Si.

Ed è qui che a mio avviso avanzerà il percorso di crescita di Tahir. E da questo punto che si muoverà un altro passo del personalissimo percorso di Tahir. Cederà all’istinto della violenza bruta o proverà a trovare una strada alternativa per riavere Farah e – soprattutto – aiutarla a riprendersi la vita che lei merita?
Non abbiamo elementi per capire di più, al momento. Ma Farah ha illuminato davvero la vita di Tahir, accompagnandolo in un percorso di affrancamento da quella condizione criminale, culminato nella scena finale della prima stagione, in cui sta per giustiziare Ali Galip per vendicare il torto terribile compiuto deliberatamente ai danni del piccolo Kerimşah, suo figlio.
Tahir ha premuto il grilletto?
Intuiamo dalle foto dal set che non lo ha fatto. Tahir ha ascoltato ancora una volta Farah. La saggezza di questa donna, la sua voglia di “pulizia”, l’inclinazione all’onestà, il desiderio di valori positivi, hanno guidato Tahir.
Oggi, dunque, dinanzi a quelle parole c’è un uomo diverso.


I due teaser hanno concentrato la promozione della seconda stagione su Tahir e Farah – come era giusto che fosse – ma in gioco, sappiamo, ci sono altre storie parallele che attendono di essere dipanate.
Kerimşah è guarito (che felicità!) ma rimane in piedi la questione dell’agnello bianco e dell’agnello nero: Mehmet ha scoperchiato l’organizzazione, pagando però in prima persona, non solo ha scoperto l’implicazione del padre, ma è ora in coma. Aspettiamo con ansia il suo risveglio e il suo ritorno in azione, sperando che faccia meno danni rispetto alla prima stagione… Quell’organizzazione ha nel frattempo allungato le proprie ramificazioni fuori dal Paese, occorrerà portare a compimento l’operazione di pulizia. C’è da chiedersi se anche Benham abbia contatti illegali con questo versante. Potrebbe essere?  Potrebbe essere un modo per unire i diversi livelli di narrazione e ritrovare, in un futuro prossimo, coinvolto Mehmet nelle indagini che porteranno ad inchiodare Behnam e liberare così Farah? Chissà…


Aspettiamo con ansia il risveglio di Mehmet anche per assistere all’evoluzione della sua storia d’amore con Bade.  Quell’invito a cena deve essere onorato e non vediamo l’ora! Fırat Tanış e Alper Burcu Türünz hanno accompagnato in maniera divertente ed emozionante l’evoluzione di questa coppia che sembrava improbabile.
Aspettiamo con ancora più ansia l’evoluzione della verità sui due fratelli. Con l’uscita di scena di Ali Galip (e come sappiamo anche di Orhan) le uniche a conoscere la verità rimangono Vera e Farah. Come ci arriveranno i due fratelli alla verità? E quando? Ci terranno ancora spasmodicamente attaccate al desiderio di vedere le rispettive reazioni? Temo di sì.


Da quel che mi è sembrato di capire anche Kaan non ci sarà più.  Al momento in effetti non circolano foto di scena che lo ritraggano, vedremo cosa succederà e, dunque, cosa succederà anche a Gönül e a Bekir, il quale probabilmente acquisterà un ruolo di maggiore rilievo nella narrazione. Chissà forse proprio nel risalire alla vera storia dei due fratelli?

In questa seconda stagione, non ci sono solo fuoriuscite importanti dal cast, ma anche nuovi ingressi come quello di Hatice Aslan, attrice teatrale di grande talento, nel ruolo della (perfida) madre di Benham; Burak Tamdoğan che noi tutte abbiamo conosciuto nel ruolo di Hüseyin, il fratello del commissario Ömer Demir in Kara Para Aşk; Sera Kutlubey, giovanissima attrice che ha recitato in Hercai.

Insomma, tanti buoni motivi, a mio avviso, perché questa seconda stagione possa stupirci ed emozionarci.
Sarà una storia diversa dalla prima stagione, come è stato detto in tante occasioni, anche dal nostro Engin.  
Il nostro ragazzo, il nostro strepitoso Engin Akyürek, ci ammalierà ancora una volta con la sua recitazione. Non avevamo dubbi, io personalmente non ne ho e non ho mai avuti. Ma i teaser ci confermano quanto Engin ci farà sognare con la sua interpretazione: azione e tormento interiore saranno il binario lungo il quale si muoverà Tahir/Engin.
Un frammento per me è particolarmente emblematico: Tahir guarda l’orizzonte, lo sguardo perso davanti ad un mare desolato. È pensieroso, si intuisce che è sopraffatto da un travaglio intimo doloroso. Alle sue spalle, i giganteschi palazzi di Kartal a Istanbul. Mastodontici, lussuosi, modernissimi. Dei giganti senza vita, che amplificano la solitudine nella quale si ritrova Tahir. Tahir non ha più nessuno. È solo.
E da solo deve trovare il bandolo per riannodare i fili di una vita che sta rotolando via. Da solo deve trovare la forza per affrontare la sfida immane, contro un nemico titanico, gigantesco, che lo attende. La sua forza saranno i ricordi e, per contrapposizione, Tahir la troverà in qualcosa di piccolo, minuscolo, come la pietra di turchese della collana appena allo specchietto della macchina. Non vedo l’ora di conoscere la storia che cela questa collanina. (A proposito che fine ha fatto la collana che Farah nascondeva nella scatola di latta insieme ai soldi guadagnati con il lavoro di pulizia?)


Amo la scrittura di questa serie, gli sceneggiatori sono stati bravi ad aver reinventano nuove prospettive e nuovi scenari nei quali far evolvere la storia di due persone che dovranno fare i conti con la propria forza interiore per affrontare sé stessi prima ancora delle sfide del mondo esterno. Perché Adım Farah non è una storia di mafia. Né la storia di una donna delle pulizie. Questi sono elementi di contesto e pretesto narrativo, utili a estremizzare situazioni reali, per enfatizzare dinamiche intime e sociali, e divenire metafore simboliche della condizione umana.
Adım Farah, per me, rimane il racconto di come le persone possano riuscire a cambiare. Di come possano reagire ai capricci del destino, di quanto siano capaci di leggere la propria storia e poi di agire per non rimanere schiavi per sempre di quei lacci – famigliari, culturali, sociali – che impediscono di realizzare la propria vita. In un gioco di specchi e riflessi in cui ciò che appare, spesso, è completamente diverso da ciò che è.

Ros


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12 Comments

  1. Grazie, Ros, per le tue analisi sull’evoluzione delle vicende e sui personaggi. È un piacere leggerti, alla prossima !

    1. Grazie Mary, alla prossima!

  2. Josée, from Martinique

    Merci beaucoup pour cette analyse . Elle nous met l’eau à la bouche ! Pas encore disponible en français, mais les petits bouts que j’arrive à picorer sur le net, et tes articles parfaitement argumentés sont précieux pour la compréhension d’une oeuvre que je crois majeure dans le monde des dizis. Grazie mille

    1. Merci beaucoup pour vos aimables paroles, je suis heureux que mes “réflexions libres” vous soient utiles. À la prochaine fois 🙂

  3. Finalmente un’analisi lucida di una serie turca, un’analisi che trascende il fascino degli attori, pur presente, e anche della trama superficiale, per arrivare al cuore del personaggio, alla storia che scorre sotto e tutto intorno. Ho apprezzato moltissimo la digressione sulla situazione delle donne iraniane e l’approfondimento sull’uomo Tahir e i possibili sviluppi, così come sulla donna Farah e le possibili motivazioni che la inducono a questa nuova fredda trasformazione.
    C’è moltissimo materiale su cui riflettere, perché i personaggi sono tutti estremamente complessi e si portano addosso storie e traumi infantili con risvolti importanti e imprevedibili. Mehmet è tutto da scoprire, ma anche Bekir può dare soddisfazioni.
    Grandi cose mi aspetto anche da Kerimşha, la guarigione cosa potrà aggiungere al suo carattere ottimista, a quella capacità di sperare, inculcata dalla madre con semplicità?

    1. Oh ma grazie!! Sì in effetti in questa dizi, per niente affatto banale e scontata, ci sono tanti e continui spunti di riflessione. Mi fa piacere il tuo commento! Aspettiamo di capire come evolverà la storia. Il piccolo Kerimşha temo si troverà anche lui davanti ad una scelta. Non nell’immediato, suppongo, per ora si godrà questo padre che ha tanto desiderato e immaginato e che da quel che intuiamo lo “ammalierà” con parole dolci. E che ruolo potrebbe avere dunque Tahir ora nella sua vita? Temo che Benham proverà a distorcere l’idea che il piccolo si era fatta. Un tema delicatissimo questo, una situazione dolorosa nella quale si trovano spesso i bambini di genitori divorziati che gestiscono male i cambiamenti, costringendo i bambini a fare una scelta e che qui, come tutto il resto, è portato all’estremo con un personaggio cattivissimo e perfido. Grazie ancora per il tuo commento, alla prossima 🙂

  4. Cara Ros, non posso che concordare con te.Immagino una seconda stagione avvincente e scoppiettante in tutti i sensi. Per quanto mi riguarda devo esprimere un parere favorevole su Demet, conosciuta grazie ad una leggera serie turca , quindi in un ruolo brillante, e apprezzata successivamente in ruoli drammatici.
    Sarà merito, anche, dell’effetto Engin che fa risaltare chi gli sta accanto?
    Chissà, comunque in questa parte , per ora, mi piace moltissimo.
    Un abbraccio Ros e grazie per le tue fantastiche osservazioni 😘

    1. Grazie Ale! Non so se è effetto Engin, comunque a mio parere nella seconda stagione ti piacerà ancora di più.

  5. Grazie Ros!!! sempre bello leggerti spesso anche di piu della visione della serie

    1. Addirittura! Ma grazieeeee 🙂

  6. Bellissimo articolo. Concordo su tutto. Riguardando le puntate ho notato un dettaglio secondo me importante. Bekir ha un archivio di giornali vecchi che fa vedere a Gonul e magari lei disperata x il fratello in coma inizierà a chiedere di fare le ricerche della sua infanzia e magari sarà proprio lui a scoprire che gli hanno ammazzato i genitori x colpa di Ali Galip. Penso che Tahir in prigione conoscerà qualche nuovo personaggio che lo aiuterà nelle ricerche. Se il salto temporale sarà di pochi mesi è anche possibile che Farah sia incinta di Tahir e lo allontana soprattutto x salvargli la vita.

    1. Grazie cara per il tuo commento qui e su X 🙂

Ros

Giornalista freelance, ghostwriter, content editor, sommelier, mi occupo di uffici stampa e comunicazione. Scrivo, leggo, ascolto musica, divoro film e serie tv. Soprattutto turche. Soprattutto con Engin Akyürek. Il mio sogno? Intervistarlo

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