Engin Akyürek e Tahir, il vero volto della perfezione

Tahir, il personaggio che interpreta (benissimo) il personaggio.
Engin Akyürek nei panni di Tahir si cimenta con un ruolo di calibro diverso nella nuova serie Adım Farah di cui abbiamo goduto – letteralmente – nel primo episodio andato in onda ieri 1 marzo su Fox Tv.
Un ruolo diverso rispetto ai personaggi che ci ha fatto conoscere e amare nei suoi precedenti lavori: questa volta Engin Akyürek veste i panni del cattivo, del criminale, del braccio destro del boss mafioso. Performance da manuale: movenze, andatura, sorrisetti beffardi, modo di sedere e di gesticolare, sguardi torvi quanto basta, ci restituiscono l’immagine perfetta del criminale.  
Engin si sveste ancora una volta del suo essere e diventa per le due ore di episodio veramente Tahir: un uomo chiamato dal destino a essere impeccabilmente cattivo. E in questo suo essere chiamato all’impeccabilità della cattiveria Tahir si destreggia – perfettamente – con tutto l’armamentario che un cattivo deve avere a disposizione.
A cominciare dallo sguardo truce, dall’essere di poche parole, dallo sfidare tutto e tutti, perché così fa un cattivo vero.
Come se Tahir, insomma, dovesse dimostrare al mondo intero o forse addirittura in primis a sé stesso di esserlo davvero cattivo. Tahir che interpreta Tahir.
Si spiega dunque così il perché, a mio avviso, la macchina da presa si sofferma tantissimo sul viso di Tahir e sulle sue espressioni cattive, una esagerazione stilistica che è strumentale alla narrazione.  Tahir non è Kaan, figlio del boss, che come tale può permettersi di sbagliare. Tahir no. Deve essere impeccabile. È lui a dover risolvere i guai di un Kaan forse fin toppo sprovveduto, è lui a dove prendere in mano la situazione che è degenerata, è lui ad andare in prigione, è lui a essere interrogato dal commissario.
E in ogni situazione Tahir deve saper essere alla perfezione Tahir.

Ma questa esagerata perfezione del ruolo forse ci vuole indicare l’esistenza di una strada parallela, sommersa, invisibile. Tahir che interpreta Tahir perfettamente forse è invece tutt’altro. Una perfezione costruita per mascherare la vera essenza.
Per me la scena rivelatrice di ciò che potrebbe essere il vero Tahir è il delizioso dialogo con il piccolo Kerim.

Lui è entrato di soppiatto in casa e siede impunemente nella stanza inviolabile del piccolo Kerim: Tahir fa il cattivo come da manuale, a cominciare dal modo in cui è seduto, da come muove la testa per salutare lei e dallo sguardo, ma poi sovrastrutture e codici franano per mano di un bambino, a cui in effetti è impossibile resistere.  Un bambino che nella sua ingenuità, nella sua ignoranza della cattiveria del mondo, lo chiama “abi”. (Chi è questo fratello? chiede alla mamma)

Il vero cattivo si sarebbe comportato diversamente. Tahir invece stabilisce una relazione con il piccolo. O meglio, accetta di stabilire una relazione con Kerim. Perché colui che conduce il dialogo verso strade di cui al momento ignoriamo l’esistenza è proprio lui, Kerim.  
Tahir accetta di svestire per frazioni di secondo i panni del malefico.
Tahir si è imbattuto in una coppia strana: una donna forte e determinata, che non ha paura di parlare – e di parlare tanto – in sua presenza, non ha paura di gettarsi da un’auto in corsa, non ha paura di fuggire da Tahir. Una donna che ha un bambino vestito da astronauta che vive in una stanza “spaziale” e che, come la mamma, non ha paura di parlare (Non puoi entrare qui con le scarpe! Come hai fatto ad entrare, la mamma ti ha dato le chiavi?). Un bambino che vorrebbe giocare a calcio vicino al fiume ma che non può. Perché è malato.

Davanti a questa realtà Tahir non si comporta da cattivo.   Recita per questo bambino dolcissimo che conquisterebbe chiunque il ruolo dell’”amico del lavoro” della mamma: andranno a parlare di là. Addirittura sorride a Tahir, gli chiede il nome, perché è vestito così, se gli piace il calcio… pur continuando nel ruolo di cattivo provocatore con la madre, col piccolo si trasforma, per ora solo per una manciata di secondi. Ma già dal trailer del secondo episodio capiamo che Kerim sembra essere destinato a far emergere ciò che Tahir ha sepolto dentro di sé. E capiamo che Tahir sarà chiamato a mettersi davanti allo specchio della sua vera natura per decidere chi essere: per volere del boss dovrà uccidere Farah.

Engin Akyürek come suo solito mette in scena solidamente questo nuovo personaggio, ricorrendo a un arcobaleno di sfumature che danno rotondità al personaggio stesso.  Il cast tutto è stato più che convincente: su tutti cito solo Fırat Tanış  molto bravo nei panni del commissario e molto brava anche Demet Özdemir in un ruolo impegnativo, che interpreta con grande naturalezza, credibilità e profondità. Bellissima la fotografia e perfetta la colonna sonora.
Insomma, ameremo Adım Farah.


16 risposte a “Engin Akyürek e Tahir, il vero volto della perfezione”

  1. Trama accattivante…incuriosita da una Demet, impegnata in un ruolo drammatico, e dalla piega che prenderà la storia. Certamente un personaggio questo di Engin imparagonabile con i precedenti, però confesso che nelle immagini in cui appare nella sua maestosa imponenza ho avuto un dejavou con Sançar.

  2. Tahir , personaggio dalla grande personalità che incatena al primo sguardo.
    Di sicuro questo nuovo lavoro del nostro amato Engin ci creerà dipendenza e rivedere questo primo episodio dopo aver letto la tua analisi,
    è un arricchimento .
    Speriamo che la serie resti sempre sulla cresta dell’onda ,anche per poterci godere i tuoi scritti. Grazie! 🌺

  3. Innanzitutto Ross bellissima la tua analisi sul personaggio di Thair È stata una puntata molto emozionante grazie alla bravura di un mostro come Engin che riesce ad entrare perfettamente nel ruolo che interpreta proprio come una seconda pelle Non vedo l’ ora di vedere la seconda puntata .Questa serie sarà il suo ennesimo capolavoro .👏

  4. Non avrei potuto esprimere meglio i miei pensieri su Tahir, il nuovo personaggio interpretato da Engin, l’attore poliedrico per eccellenza che tutte amiamo. Come fosse possibile, ieri sera è riuscito ancora a stupirci. La tua analisi è perfetta: sono anch’io convinta che sotto la corazza che ha dovuto costruirsi per sopravvivere si dibatta un coacervo di emozioni che faranno venire a galla sentimenti mai sopiti. Le espressioni che i suoi occhi ci trasmettono ce lo confermano già!

  5. Come sempre fai un analisi perfetta di questo nuovo personaggio Tahir interpretato alla perfezione dal nostro amato Turco. Engin si è calato perfettamente nella parte del cattivo con le sue movenze e più di tutto con la sua mimica facciale. Ogni volta ci sorprende per la sua bravura, ogni personaggio diverso dall’altro. Auguro a tutto il cast che questa serie abbia un enorme successo

  6. Tahir splendido personaggio, Engin come al solito non ci delude. Dalla prima puntata la serie sarà fantastica

  7. È stata una prima puntata subito emozionante, la tua analisi è perfetta ed ha colto le mie impressioni questo sicuramente dipende anche dalla bravura degli attori (in primis EnginAkyürek😜)che sanno comunicare prima ancora che con le parole con le espressioni , gesti e atteggiamenti. Di Engin Akyürek cosa dire se non che si riconferma un bravissimo attore a cui niente è precluso qualsiasi personaggio ha con lui una marcia in più.

  8. Engin con Tahir credo che raggiunga il suo apice per interpretazione e come dici tu il soffermarsi sui suoi primi piani sui suoi meravigliosi occhi lo dimostra. Lui parla e tanto con il silenzio!!!!

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