“…è questo amore, non è vero?”
“Se lo stai chiedendo, significa che non lo è”.
Bi Küçük Eylül Meselesi ossia “Un piccolo affare di settembre” è il bellissimo film che ha visto nei ruoli dei protagonisti Engin Akyürek e Farah Zeynep Abdullah, definito alla sua uscita come “una delle produzioni più apprezzate e popolari degli ultimi tempi ” e “uno dei film turchi di maggior successo degli ultimi anni”.
Uscito nelle sale il 14 febbraio del 2014, il giorno di San Valentino, non poteva che essere dedicato all’amore. Bi Küçük Eylül Meselesi però non è la classica storia d’amore, non racconta l’incontro e tutte le fasi che accompagnano l’innamoramento o, meglio, lo fa incentrandosi sul “ricordo” di un amore straordinario sbocciato fra i due protagonisti, Tek ed Eylül (che in turco significa settembre), con una struttura narrativa insolita e interessante.
Può l’amore superare barriere culturali e condizionamenti sociali? È questa la domanda che fa sorgere la visione di questo lungometraggio prodotto da Ay Yapım e scritto e diretto da Kerem Deren. A ognuno di noi il compito di rispondere, interpretando il finale di questo film commovente e toccante.
Quello degli amori impossibili è un argomento che da sempre ci affascina, che ha ispirato pittori, scrittori, registi e sceneggiatori. Uno su tutti, l’amore fra Romeo e Giulietta. Ma come non citare anche Cathy e Heathcliff di Cime Tempestose o Cyrano de Bergerac e Roxanne? Un elenco, in realtà, lungo e intrigante di storie d’amore travolgenti e passionali, di amori impossibili.
Questa volta però, e forse la bellezza e la forza del film stanno proprio in questo, non ci troviamo di fronte ad un personaggio che combatte complicatissime battaglie per superare ostacoli e limiti pur di coronare il suo sogno. Non c’è la tensione verso qualcosa di irraggiungibile, che fa affrontare percorsi impervi fuori e dentro di sé.
Tek semplicemente ama. Di un amore sincero, delicato, infantile per certi versi ma anche passionale, che riesce a penetrare l’intimità più profonda di lei. Di un amore che riesce a svelare e rivelare l’identità più vera di lei. Di un amore che consente a Eylül di riconoscere la vera Eylül.
“Non mi stai riconoscendo?’” chiede Tek a Eylül, quando lei torna sull’isola per fare chiarezza nella sua mente che ha rimosso l’ultimo mese della sua vita a causa di un’amnesia. In fondo l’amore è questo. È riconoscersi. È trovare sé stessi attraverso l’altro. È lo specchio dentro cui guardare per riuscire a vedersi. È quel sentimento che riesce a fare breccia attraverso muri più o meno invisibili. Che ti fa scoprire incredibilmente vivo quando nemmeno sapevi di essere morto. È l’incontro di due mondi che possono essere anche distanti, diversi, lontanissimi, ma che per una strana e incomprensibile alchimia si riconoscono e si concedono uno all’altro.
Occorre, però, riuscire a saltare oltre quegli steccati dietro cui ci si barrica, talvolta, assaporare il gusto della leggerezza, liberarsi dagli inutili e complicati fardelli che ci si porta dietro, ritornare al proprio vero io. Farsi condurre verso quel luogo “lontano” dove essere finalmente sè stessi. Dove riuscire a tornare un po’ bambini e a quella innocenza che la vita inesorabilmente ci fa smarrire.
E l’isola si presta perfettamente a interpetrare metaforicamente la dimensione dell’isolamento, appunto, necessario per provare a ritrovare la propria vera identità e la capacità di amare veramente.
La forza, inconsapevole, di Tek è proprio questa. La sua semplicità nel relazionarsi con Eylül, il suo modo innocente e anche un po’ infantile di vivere l’incontro con lei, il coraggio di lasciarsi andare, di vincere il pregiudizio, di amare questa donna “lontana”. Il coraggio di essere semplicemente sé stesso e di concedersi per quello che è. Il coraggio di fidarsi e affidarsi, vincendo anche le proprie personali paure. Come quella di nuotare.
Apparentemente essere sé stessi sembra facile e spontaneo, spesso però è faticoso, difficile, addirittura può apparire impossibile. Ci si mostra, talvolta, come gli altri si aspettano di vederci, divenendo “qualcun altro” senza neanche rendercene conto. Convinzioni, esperienze, paure, condizionamenti sociali, educazione….sono tanti gli elementi che possono concorrere a diluire quell’unicità che appartiene a ciascuno di noi, a stravolgerla, adulterarla, alterarla, facendo di noi un individuo altro. Impedendoci di vivere la nostra vita
Tek è un personaggio bellissimo. Proprio perché, al contrario, è libero, meravigliosamente libero di vivere la sua unicità. Meravigliosamente capace di donarsi, di amare, di entrare in sintonia con lei. Ho molto amato Tek, ancora una volta un personaggio diverso, complesso, particolare nella sua capacità di spiazzarti. Engin Akyürek con la grandissima bravura e la sensibilità che conosciamo lo interpreta con delicatezza, poesia, modellando quasi il suo corpo che ci appare addirittura un po’ diverso. Tek è goffo, per nulla attraente, sporco di colori e trasandato. Un individuo bordeline, si potrebbe probabilmente definire, abituato a vivere relazionandosi con pochissime persone, che lo accettano pur considerandolo “strano”, ad eccezione di una bambina che stabilisce con Tek un canale di comunicazione diretto, naturale, semplice, come solo i bambini sanno fare.
Un ruolo che ha richiesto un’attenta preparazione, nella quale anche l’espressività facciale di Engin Akyürek è diversa, studiata nel dettaglio e resa con una naturalezza e credibilità fuori dal comune, così come sono rese con straordinaria bravura movenze e postura. Un Engin Akyürek che appare quasi imbruttito (privo del suo charme ma non del carisma recitativo, intendiamoci…) dimagrito, con i capelli più orribili, credo, della storia della recitazione! Una “bruttezza” necessaria per condurci al cuore del tema, per accompagnarci in un luogo insospettabile dove farci scoprire la bellezza e la poesia di un amore unico che vorrebbe scoperchiare pregiudizi e barriere.

La storia
Eylül, interpretata da Farah Zeynep Abdullah è una bellissima ragazza, cresciuta in uno dei quartieri più popolari di Istanbul mentre Tekin, il personaggio di Engin Akyürek, è un giovanotto che vive una vita solitaria a Bozcaada facendo il fumettista. Eylül è brillante e sembra avere tutto ciò che desidera: successo, fama, ricchezza, amici, un fidanzato bello e famoso. A causa di un incidente, però, dimentica l’ultimo mese della sua vita. Mentre la sua famiglia e i suoi amici continuano a ripeterle che va tutto bene, Eylül intuisce che in realtà qualcosa non va. Seguendo il suo istinto, decide di andare a Bozcaada, dove un uomo strano che non ha mai visto prima la chiama e le dice: “Eylül, non ti ricordi di me? Ti sei innamorata di me qui, su quest’isola”. Da qui comincia la storia.
Qualche curiosità
Il film è stato girato a Bozcaada, isola dell’Egeo particolarmente frequentata dagli abitanti di İstanbul in fuga dallo stress della metropoli. Un’isoletta – circa 5 km di larghezza e 6 km di lunghezza – che deve il suo fascino al labirinto di strade acciottolate che partono dai piedi di una grande fortezza medievale, costellate di antiche case colorate ricoperte da rampicanti e alle deliziose insenature e spiagge incontaminate.
Bi Küçük Eylül Meselesi è stato premiato nella categoria “Migliore musica originale” al 25 ° Festival internazionale del cinema di Ankara: la colonna sonora è firmata da Toygar Işıklı, ma una menzione a parte merita la canzone di Nil Karaibrahimgil “Kanatlarım Var Ruhumda” (Ho le ali nella mia anima) dedicata al personaggio di Eylül, che all’epoca della sua uscita rimase a lungo in cima alle classifiche raggiungendo nel giro di pochissimo oltre 55 milioni di visualizzazioni su Youtube.
I preparativi preliminari del film sono durati due mesi e le riprese un anno intero, avendo dovuto girare sia in estate che in autunno. I panorami dell’isola controbuiscono alla bellezza del film.
Le vignette che realizza Tekin nel film sono state fatte da un vignettista di fama, Erdil Yaşaroğlu: una commisstione di arti che è stata accolta dalla critica come “una novità assoluta in Turchia”.
Il vignettista della rivista Penguin, Erdil Yaşaroğlu, alla vigilia del film: “Bi Küçük Eylül Meselesi sarà una prima volta nel nostro Paese. Per la prima volta la caricatura viene utilizzata come elemento importante che contribuisce alla storia del film. Lavorare con due attori di grande talento è stato facile e divertente allo stesso tempo. Per la prima volta ho dato consigli a un attore su come fare il fumettista: abbiamo lavorato insieme a Engin, abbiamo parlato di come un fumettista si comporta in una scena. Abbiamo decorato la casa del personaggio interpretato da Engin. Sono state tutte prime volte per me e mi sono divertito molto”.

Engin Akyürek e Bi Küçük Eylül Meselesi
In occasione dell’uscita del film Engin ha così commentato, rispondendo ad alcune domande:
Ci sono dei “mai” in amore?:
Non ci sono “mai” in amore. L’amore è quella cosa che ti può portare a fare ciò che magari il giorno prima hai detto che non avresti mai fatto. Certo, le persone possono avere valori immutabili, ma quando ci si innamora, entrambe le persone devono incontrarsi su un terreno comune. Nel nostro film, due persone che non si sarebbero mai incontrate in circostanze normali si incontrano in un unico punto, che è l’amore… Da quel momento si inizia a vivere in un mondo comune.
Come ti sei preparato per il tuo ruolo?
Sono andato a Bozcaada poco prima che iniziassero le riprese e ho cercato di imparare a essere un isolano.
Come ti ha fatto sentire “Tekin”?
Il personaggio che interpreto ha un lato infantile e innocente. Mi sono ricordato che ci sono cose innocenti come questa nella vita. Nel trambusto della vita, possiamo dimenticarle.
Engin ci conquista sempre, anche con le sue risposte.
il cuore puro di Tek, con la sua semplicita’, il bisogno di dare e ricevere amore, che già attraverso Engin mi aveva trasmesso commozione ed emozioni, si mi è rivelato di nuovo oggi con la tua magnifica recensione. Non posso che ringraziarti, Ros! ❤️
❤️
Brava Ros,avevo nostalgia dei tuoi scritti.
:-)))) Grazie grazie!
Grazie Ros per questa bella analisi,ogni volta riscopriamo nuove angolazioni per guardare i personaggi di EnginAkyürek, non basta mai una sola visione .Nella sua apparente semplicità Tek è un personaggio complesso EnginAkyürek riesce a liberarlo dalla bellezza di Kerim, dalla prepotenza di Mustafà effettivamente lo isola dagli altri suoi personaggi, nulla a che vedere, Tek è un mondo a parte come lo è per tutti quelli che lo circondano,è quello strano perché sa vivere i sentimenti senza condizionamenti, ma non tutti sono pronti a questo nemmeno Eylül.
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