Le tappe di un incontro sognato, desiderato e poi avveratosi!
Sono passati ormai 4 mesi dal fatidico 10 giugno 2023 in Bağdat caddesi 410/2 a Suadiye presso la libreria D&R, ma la mia memoria, che di solito è molto selettiva e lascia andare quasi tutto tra le sue maglie sempre più larghe, non si arrende a dimenticare quel giorno per me pieno di gioia. È stato il giorno in cui ho avuto la fortuna di incontrare Engin Akyürek!
Cioè il mio attore preferito, da quando su Netflix per la prima volta nel novembre 2019 ho guardato Kara Para Aşk. Dopo averlo visto, ho cercato tutti i suoi precedenti lavori, serie e film che ho potuto apprezzare grazie ai gruppi di fan su Facebook che hanno generosamente provveduto a sottotitolare in italiano e a mettere a disposizione i suoi lavori. Complice la pandemia, ora sono una fanatica esperta di tutti i lavori di Engin che ho visto e rivisto almeno 3 volte o anche di più. Naturalmente non mi sono persa i lavori successivi, fino a Sefirin Kızı, Kaçiş, Yolun Açık Olsun e l’attualissima serie Adım Farah.
La poliedricità di Engin si esprime anche con la scrittura e quale meravigliosa sorpresa è stata per me che amo leggere e lavoro coi libri, dato che sono una bibliotecaria!
Così ho scoperto anche i suoi racconti, sempre grazie ai gruppi FB che offrono le traduzioni, spunto per una lettura più che piacevole, emozionante, di grande impatto emotivo. In pratica per me Engin è diventato una presenza costante, come fosse un famigliare, tanto che ne parlo con alcune amiche quasi fosse una presenza reale nella mia vita. Effetto “folliaEngin “.
Insomma, l’incontro.
Tutto è accaduto quasi per caso, ovviamente nulla accade per caso, bisogna anche aggiungere un po’ di impegno, ma più che altro è stato il frutto di alcune fortunate coincidenze, “kismetse olur”. Esiste anche una corrente filosofica che afferma che le coincidenze non esistano ma che tutti gli accadimenti sono frutto di un disegno preciso che non conosciamo ma che è in pratica il nostro “destino”, per cui tutto accade per una ragione precisa. Se leggiamo bene i fatti che ci accadono possiamo vedere anche dei piccoli “miracoli”. Ecco nella mia lettura, il mio incontro con Engin equivale a un piccolo “miracolo” e attendo sempre con trepidazione ancora di conoscere il mio “kader”!
Queste le tappe di un giorno davvero speciale:
1°. Avevo programmato un periodo di ferie per i primi 10 giorni di giugno e non avevo ancora nessuna idea di come avrei impiegato i giorni liberi. Ero infatti tranquillamente a casa il 1° giugno e già cominciavo ad annoiarmi quando sui social leggo della imminente promozione del secondo libro di Engin appena pubblicato “Zamansiz” e dell’evento di firma copie. Accipicchia, che meraviglia avere l’opportunità di partecipare all’evento, ma è veramente un sogno un po’ complicato da realizzare per chi vive a migliaia di km di distanza da Istanbul.
Con altre fan di altre parti del mondo, in Europa e negli USA, faccio parte di un gruppo internazionale, dove alcune hanno subito proposto di partire per Istanbul e qualcun’altra ha immediatamente deciso di aggregarsi. Io ci ho pensato, ma mi è parso un po’ folle. Il giorno seguente, sempre in casa, la noia e il disappunto aumentavano e ancora non avevo deciso come avrei trascorso le mie ferie. Il mio cervello cominciava a ribellarsi: perché non fare questa pazzia, cosa me lo poteva impedire? Nulla in realtà, se non il timore di incontrare delle difficoltà in un viaggio da intraprendere in perfetta solitudine o… forse di rimanere delusa?? Comunque, ho iniziato a portarmi avanti e ho chiesto alle amiche del gruppo in quale hotel avevano prenotato il loro soggiorno a Istanbul. E così ho prenotato una settimana nello stesso hotel in Bağdat caddesi, ero sempre in tempo per disdire, almeno per qualche giorno ancora. Ho continuato a pensarci, ma avrei dovuto parlarne con mio figlio, per sapere cosa ne pensasse… Vivo con mio figlio, è molto giovane e indipendente ma siamo l’uno la forza dell’altro, ci sosteniamo in ogni frangente, in ogni problema che affrontiamo insieme.
Dovevo parlargli di questo desiderio di partire per Istanbul.
Affronto l’argomento con mio figlio…che mi boccia l’idea! Mi ha creduta veramente folle, secondo lui era assolutamente una pazzia intraprendere un viaggio per una destinazione che non conosco benissimo e incontrare persone conosciute solo virtualmente… Insomma avrei potuto avere molte sorprese che avrei dovuto affrontare da sola….
Ma perché no??? Tutta la vita è una sorpresa da affrontare soprattutto in solitudine. Ecco, ho ingoiato questo primo ostacolo, ma non mi sono affatto scoraggiata.
2°. Il 2 giugno ho prenotato il viaggio aereo, ho trovato un volo per Istanbul per l’8 giugno da Orio al Serio e ritorno a Zurigo per il 13 e ho modificato la prenotazione in albergo. Ho dovuto decidere velocemente, il 10 giugno ci sarebbe stata la finale Uefa ad Istanbul e i voli erano ormai quasi introvabili da e per Milano e i prezzi erano quadruplicati. Per questa ragione ho optato per lo scalo a Zurigo con ritorno a Milano in treno. Quindi ho comunicato a mio figlio che la decisione era stata presa: sarei partita per Istanbul! Mio figlio ho scosso la testa in segno di disapprovazione ma anche con rassegnazione. Conosce sua madre molto bene: decisa e indecisa nel medesimo minuto, ma anche testarda e tenace; si dice che per entrare in connessione con i folli è necessario assecondare la loro follia. Evidentemente ha preferito non interrompere la connessione.
Così ho contattato le altre miche confermando che mi sarei aggregata per condividere il nostro sogno di incontrare Engin. Eravamo in 9: 2 dal Canada, 2 dagli USA, 1 da Trinidad, 1 dal UK, 1 dal Belgio, 1 dalla Finlandia ed io dall’Italia. Ci attendeva una meravigliosa avventura ad Istanbul.
3°. Ho avuto 5 giorni per dedicarmi ai preparativi per la partenza, non erano pochi, ho fatto tutto con calma, ma pian piano ho cominciato a realizzare che si trattava veramente di gestire una mezza follia. Salire su un aereo per incontrare il mio idolo praticamente per forse un minuto, magari solo per 30”, chissà quali emozioni mi avrebbe lasciato…quanto stavo investendo in termini di aspettative? Cosa intendevo veramente trovare? Con quali sensazioni sarei tornata a casa? La bellezza di questa avventura ha racchiuso molto di più di quanto volessi credere o immaginare.
Ho preparato ogni cosa con cura, gli abiti che avrei indossato, comodi e pratici e ogni cosa che mi sarebbe stata utile, ma soprattutto avevo già acquistato una copia di “Sessizlik” che non avrei assolutamente dovuto scordare a casa perché desideravo che Engin lo potesse autografare. Avrei comunque anche avuto tempo sufficiente per visitare luoghi di Istanbul che ancora non avevo visitato.
Ho deciso di partire pensando che non avrei dovuto attendermi nulla di particolare, a parte un meraviglioso attore che avevo ammirato in tv. Dovevo partire per assaporare minuto per minuto tutto ciò che sarebbe accaduto e pensare che ogni sensazione che avessi vissuto sarebbe stata bellissima e avrebbe sicuramente arricchito la mia anima. Con questo spirito tutto è risultato sia facile che piacevole. Partita e atterrata, ho preso un taxi che già mi attendeva all’aeroporto e dopo 40’ ero in albergo: non potevo immaginare che fosse tutto così semplice.
4°. La mattina seguente al mio arrivo ho conosciuto le altre fan, che erano arrivate da qualche giorno dalla Finlandia, da Londra, dalla California e da Trinidad. La giornata era stata organizzata da loro: avremmo visitato i luoghi dei set della serie Kara Para Aşk, ossia la casa di Elif a Bebek, la casa rosa di Elif e Ömer nel distretto di Sarıyer, infine il bar café a Beylerbeyi, luogo dell’incontro tra Ömer ed Elif con la madre di Ömer e la zia di Elif dove avrebbero annunciato il loro matrimonio e dove ci siamo trattenute per uno spuntino. Ho trovato delle compagne simpaticissime e disponibili, tutte pazze per Engin, ovviamente! Devo dire che ho imparato molto da queste nuove amiche, ammirando il loro spirito di vivere: non è da tutte attraversare un oceano e fare 10/ 12 ore di volo, da sole, a 80 anni o quasi…per incontrare il proprio idolo televisivo! Insomma, ho realizzato che il mio grado di follia per Engin poteva tranquillamente essere ridimensionato.
In serata, dagli USA, dal Canada e dal Belgio ci hanno raggiunto le ultime compagne di avventura per completare il nostro gruppo. Avevamo preparato un regalo per Engin che desideravamo consegnare direttamente nelle sua mani il 10 giugno, realizzando così un progetto che ha avuto una gestazione di ben 2 anni di lavoro.
5°. 10 giugno 2023. Erano appena le 9.00 e dopo aver consumato una colazione veloce ero pronta per affrontare il percorso tra l’hotel e la libreria: circa mezz’ora di passeggiata. Il tempo era bello, tutto prometteva al meglio. Alle 11. 00, con molto anticipo, eravamo in strada pronte ad andare… l’ansia ci rendeva impazienti e soprattutto non volevamo perderci un solo attimo dell’evento! Sul tratto di viale che introduce alla libreria eravamo le prime in assoluto ad attendere l’arrivo di Engin. Eravamo talmente in anticipo che abbiamo preceduto il pulmino che ha scaricato il gruppo della security, una decina di uomini in total black, giornalisti e fotografi. La security ha provveduto a disporre i percorsi per il pubblico, la dirigente della libreria sovrintendeva la disposizione delle strisce di nastro che delimitavano i percorsi in cui sarebbero state incanalate le ammiratrici(come potevamo immaginare il genere femminile era numerosamente rappresentato) e più di una volta aveva disposto delle modifiche ai percorsi anche per sistemare al meglio, davanti alla scrivania dietro alla quale si sarebbe seduto Engin, i giornalisti e i fotografi. Noi ci spostavamo ogni volta a seconda della disposizione decisa di volta in volta. Erano quasi 2 ore che attendevamo in prima fila e man mano che l’ora di inizio si avvicinava, il numero delle persone in attesa aumentava tanto che non vedevamo quanto fosse lunga la fila, poiché proseguiva oltre l’intero isolato.
Alle 14:00 in punto la dirigente della libreria D&R è comparsa di nuovo, stavolta accompagnando Engin: un urlo di gioia e approvazione con un applauso caloroso lo hanno accolto. Era bellissimo (lo è sempre 🙂 ), sorridente, indossava una camicia di seta grigia e pantaloni morbidi neri. Molto magro e tanto alto, aveva un paio di occhiali da sole che ha poi appoggiato alla scrivania. Ha mandato un bacio con la mano e la folla gli ha risposto con un altro urlo! È stato un momento magico, atteso e inatteso per lo stupore che mi ha colto, non avrei mai pensato di vivere tanto scombussolamento di emozioni e sensazioni. Ed è stato bellissimo condividere un momento tanto unico e irripetibile con tante persone che provavano sensazioni simili.
Subito si sono accalcati i giornalisti e i fotografi attorno alla scrivania, Engin è scomparso dietro di loro per un tempo che sembrava interminabile per un’intervista che è durata almeno una quindicina di minuti.


6°. Le prime ad avvicinarsi alla scrivania di Engin sono state le amministratrici del nostro gruppo FB ed una signora belga, sempre del gruppo, che parla anche il turco. Era stato concordato con la direzione dell’evento che sarebbero state ricevute insieme perché il nostro gruppo ha realizzato un volume che volevamo consegnare direttamente nelle sue mani. Il libro raccoglie le lettere destinate ad Engin redatte da 54 fan provenienti da 50 Stati diversi del mondo, una di queste è mia, in rappresentanza dell’Italia. Per la sua realizzazione sono stati necessari 2 anni di lavoro: per raccogliere i testi e le fotografie che lo illustrano, la loro traduzione in turco dall’inglese e infine per l’impaginazione grafica e la stampa. Il libro è stato consegnato in una edizione in inglese e in una in lingua turca. Lui è rimasto compiaciuto e sorpreso per questo regalo, ma nel giro di pochi secondi la sua manager ha ritirato le copie di cui Engin, in quel momento, ha potuto sfogliare velocemente solo qualche pagina. Subito dopo hanno lasciato che ci avvicinassimo tutte 9 insieme, ognuna poi singolarmente per avere la firma sul libro. Era previsto infatti che ci avvicinassimo una alla volta, la security vigilava, senza poter fare fotografie. Per il nostro gruppo è stata fatta un’eccezione per permettere ai fotografi di fare le foto del gruppo. In quel momento c’era una grande confusione, davanti a me l’amministratrice del gruppo si stava trattenendo troppo tempo con Engin, gli addetti alla security la invitavano gentilmente ad allontanarsi, “please, please” le ripetevano, ho sentito anche Engin sussurrare un “please”, nel senso “puoi andare” mentre mi faceva cenno con il capo con un sorriso di avvicinarmi.
Era il mio momento davanti ad Engin.
Gli ho porto le mie copie di Sessizlik e Zamansiz e gli ho indicato l’adesivo con il mio nome, Marisa, che avevo applicato sul petto. Engin era intento a firmare le mie copie e io avevo la sensazione che non ci fosse niente e nessuno intorno a noi. In realtà c’era una grande confusione: le 8 persone del nostro gruppo, i fotografi che chiamavano insistentemente “Engin bey, Engin bey”… anche le altre del gruppo ripetevano “Engın bey, Engin bey”… ed io egoisticamente pensavo: “ma lasciatelo in pace, è il mio momento a tu per tu con Engin, non disturbateci, please…”. A quel punto la sua manager Özlem lo ha richiamato “Engin, Engin, picture, picture”….così lui si è messo in posa ed io mi sono voltata. In quell’istante ho solo visto i flash dei fotografi che scattavano a raffica!
Ho pensato tra lo stupore e la preoccupazione un po’ divertita: “Oh mio Dio, ora mi ritrovo sulla stampa turca!”. Poi Engin ha firmato e mi ha restituito sorridente le mie copie. Mi sono allontanata, come le altre del mio gruppo e ci siamo dirette verso un ristorante attraversando la strada. Si è svolto tutto in un attimo dopo tanta attesa, la security vigilava in modo severo e cordiale allo stesso tempo, ma questo non mi ha permesso di godere appieno del mio momento davanti ad Engin poiché con il gruppo e la stampa c’era effettivamente troppa confusione. Seduta al ristorante di fronte alla libreria, seguivo l’evento a distanza, per ore e ore il flusso delle persone era continuo e non si vedeva proprio dove potesse terminare la fila in attesa. Io ero piuttosto insoddisfatta, nel senso che avrei desiderato una mia foto personale con Engin ma non l’avevo ottenuta, non sapevo nemmeno che mi sarei ritrovata su una foto della stampa. Così dopo qualche ora, erano circa le 17:00 ho proposto alla mia amica italo-canadese di acquistare una nuova copia di Zamansız e di rimetterci in fila, Rosanna ha subito detto di sì! Così siamo rientrate in libreria e abbiamo acquistato 2 nuove copie, la seconda era anche scontata :-). Ormai la coda cominciava a essere smaltita, abbiamo atteso solo mezz’ora e abbiamo conosciuto una ragazza italiana molto simpatica che vive ad Istanbul, Federica. In quel momento ero di nuovo euforica, avrei di nuovo avvicinato Engin, mi ero ripromessa che lo avrei osservato attentamente mentre avrebbe firmato il mio libro e che non avrei lasciato che nulla mi potesse distrarre dall’assaporarmi il momento. Avevo intenzione di registrare nella mia mente, nella mia memoria, nel mio cuore, ogni sguardo, ogni movimento, ogni sensazione che avrebbe potuto regalarmi quel breve momento davanti a lui. In questo secondo tempo la security lasciava avvicinare due persone per volta, “perfetto” ho pensato, prima di me sarebbe passata Rosanna e dopo di me Federica. Mi sono raccomandata con Federica e Rosanna di scattare una foto!
7°. Rosanna era passata oltre la linea, la security mi tratteneva ancora al di qua della transenna, in quell’istante mi sono voltata verso la mia sinistra e mi è parso di riconoscere Matha Hossein, la responsabile delle raccolte fondi e degli incontri con le fan in occasione del compleanno di Engin. Ero proprio piacevolmente sorpresa ma desideravo accertarmi che fosse veramente lei, così le ho rivolto in tono interrogativo un “Matha? “, in quel momento tra l’euforia e l’emozione di incontrare di nuovo Engin non riuscivo a mettere insieme una frase di senso compiuto e mi sono limitata a pronunciare solo il suo nome. Lei mi ha risposto con altrettanta sorpresa ma anche con gentilezza dicendo “Yes”. Ecco avrei voluto scambiare con Matha qualche parola in più ma proprio in quell’istante la security mi ha dato il via libera e ho potuto oltrepassare il nastro che mi divideva dallo “spazio Engin”. In quell’istante cominciava a salire un po’ di agitazione, era di nuovo il mio turno di comparire di fronte ad Engin, speravo che non mi riconoscesse per non fare una figura troppo miserabile, ma contavo certamente sul fatto che aveva visto così tante persone che non avrebbe potuto certamente ricordare me!
Mi sono avvicinata, attirata da un “eye contact” che letteralmente mi trascinava verso di lui, mi dava la sensazione che fossimo solo io e lui mentre in realtà c’erano intorno a noi decine di persone. È stato un attimo in cui veramente ho perduto ogni cognizione-spazio temporale, ossia non ho capito più nulla, mentre mi apriva un sorriso meraviglioso che ho ricambiato. Mi è sembrato di entrare in un flusso magnetico, un momento che non scorderò mai. Stavolta gli ho posato sulla scrivania la copia del libro e lo scontrino dell’acquisto del libro sul retro del quale avevo scritto il mio nome. Engin, sempre col il suo sorriso meraviglioso e unico, mi ha fatto un cenno con il suo dito indice della mano destra verso la ragazza della libreria alla quale avevo dato il mio telefono perché scattasse una fotografia. Stavolta per fortuna le nuove disposizioni permettevano di scattare le foto e lui risultava anche molto più rilassato rispetto all’inizio dell’evento. In pratica come se fossi stata ipnotizzata ho seguito la direzione indicata dal suo dito indice e mi sono voltata appoggiando la mia mano sinistra sulla scrivania, non per assumere una posa fotografica ma per reggermi perché ho temuto che potessi svenire! Sono rimasta assolutamente ferma per diversi secondi mentre la ragazza scattava le foto, non volevo assolutamente rischiare una foto mossa. Quindi, ancora ferma nella stessa posizione, sento Engin che pronuncia il mio nome, Marisa, con la sua bellissima voce mi chiama per nome! Ero incredula, sorpresa, aveva pronunciato il mio nome in modo assolutamente corretto con la pronuncia italiana, nemmeno il mio ex marito (turco) in 10 anni di matrimonio lo aveva mai pronunciato in modo così preciso. In quel momento ero letteralmente impietrita, se prima mi mancavano le parole in quell’istante sono risultata assolutamente paralizzata. Forse mi chiamava perché mi voltassi verso di lui, forse perché aveva notato la mia spilletta con la bandiera dell’Italia, magari voleva dire qualcosa. Non lo saprò mai perché non sono riuscita a rispondere a quella chiamata. Dopo qualche secondo in cui ho riflettuto su come comportarmi ho preso la decisione di riprendere il controllo della situazione, mi sono quindi voltata di nuovo verso Engin per riprendere il libro appena firmato, lui si era leggermente avvicinato alla persona del suo entourage sempre al suo fianco, forse il suo editore, e io avevo deciso che qualcosa dovevo proprio dirla almeno per ringraziarlo, quindi dovevo cogliere l’occasione: in quel momento o mai più, ho pensato. Quindi ho preso tutto il mio coraggio, lui ha capito dal mio sguardo che intendevo dire qualcosa quindi si è rivolto di nuovo a me coi suoi occhi profondi, di un marrone scuro ma non scurissimo, ed io non ho detto altro che un “you are beautiful Engin” perché non mi sembrava necessario dire altro se non quello che veramente mi aveva colpito in quell’istante. Engin è veramente bellissimo, molto di più di quanto traspaia dalla sua migliore fotografia o da un fotogramma televisivo. È cento volte più bello in presenza. Lui mi ha risposto aprendosi in un sorriso ancora più bello e mi ha ringraziato con un “çok teşekkür ederim”. Quindi soddisfatta di questo nuovo incontro me ne sono andata quasi in uno stato di beatitudine. Mi sentivo come se fossi arrivata sulla luna ed ancora non avevo toccato terra. Mi ha dato la sensazione come se stesse lì ad aspettare proprio me. Il suo sguardo e il suo sorriso sono talmente accoglienti che veramente non è necessario aggiungere alcuna parola per provocare un tale stato che definirei di estasi.
Ero felicissima di essere riuscita ad avere anche la mia foto con lui. Riunitami con Rosanna e Federica, tutte ancora euforiche, Federica mi fa notare che continuava a chiamarmi affinché mi voltassi perché potesse fare anche lei una fotografia come io stessa le avevo chiesto ma… cara Federica, ero in estasi, non capivo niente, ero catturata in un flusso da cui niente e nessuno poteva distogliermi!
Nei giorni successivi, anche dopo alcuni mesi, proprio per caso mi sono imbattuta in alcuni video su TikTok o su IG che riprendevano i due momenti in cui mi sono avvicinata ad Engin e nelle foto scattate per la stampa. Con questi ho avuto la prova tangibile che non ho sognato, è stato tutto reale e bellissimo, oltre ogni aspettativa!
Marisa P
Ho letto la storia e davvero eccezionale la tua conoscenza con Engin anche io ho visto delle serie di Lui e me sono rimasta affascinata,ora vorrei sapere se è possibile dove trovare il libro e se è tradotto in Italiano,grazie mille spero che mi rispondi grazie 😚
Ciao Anna Maria, il libro ancora in italiano non c’è, circolava voce che una casa editrice italiana aveva acquistato i diritti per pubblicarlo tradotto. Ma ancoranon c’è. C’è in inglese però, si può acquistare direttamente dalla casa editrice, on line
Grazie mille per la tua storia, et complimenti per la tua determinazione ! Mi sentivo davvero al tuo fianco!
Questa è la magia di Engin: riunire persone di tutti i continenti, che condividono la stessa passione, che percorrono migliaia di chilometri per uno sguardo, un sorriso, in completa amicizia, è fantastico!
Può essere orgoglioso, anche di questo successo
Che fortuna vederlo dal vivo. Io sarei svenuta. Con l’avanzare dell’età ha acquistato ancora più fascino. In questi ultimi episodi con i vestiti eleganti è molto difficile concentrarsi a leggere i sottotitoli rimango sempre ipnotizzata ad ammirare la sua bellezza ed il suo talento straordinario. Ormai sono entrata in questo tunnel e non ho più alcuna intenzione di uscirci🥰🥰🥰🥰
ahahahah è cosi bello questo tunnel!!!